Oggi proveremo a toccare il delicato settore del Vitale; critico ma sopratutto strategico piano dell'esistenza umana, il Vitale si situa come crocevia tra l'azione vera e propria legata perlopiù alle abitudini, e l'ideale di azione coniugato all'iniziativa mentale (anche quella ahimé, col\legata all'inerzia attitudinale)!
Da un'osservazione del genere possiamo trarre una quantità di conclusioni interessanti. Quella di maggiore evidenza è che più uno diventa cosciente sulla terra, cioè più sale nella scala della coscienza avvicinandosi all'Origine, più avvicina all'Origine la terra stessa, annullando i determinismi deformanti dei piani intermedi. Ciò può avere non solo notevoli conseguenze individuali sul dominio e la trasformazione della nostra vita, ma anche conseguenze generali sulla trasformazione del mondo.
Molto si è discusso sul problema della libertà e del determinismo; ma è un problema mal posto: non è una questione di libero arbitrio o di determinismo, ma di libertà E di una quantità di determinismi. L'uomo è soggetto ad una serie di DETERMINISMI SOVRAPPOSTI (fisico, vitale, mentale e oltre ancora), sicchè il determinismo di ogni piano può modificare o annullare quello del piano immediatamente sottostante. Per esempio, nel microcosmo individuale una buona salute fisica e una predisposizione alla longevità possono essere modificate dal determinismo vitale delle 'nostre' passioni e sregolatezze, che può a sua volta esser modificato dal determinismo mentale della volontà e degli ideali; il quale può da parte sua essere modificato dalla legge più grande dello psichico, e così via. La libertà consiste nella possibilità di passare ad un piano superiore. E così è per il destino della terra: i microcosmi e il macrocosmo sono mossi dalle medesime forze. E se noi che siamo il punto di intersezione di tutti i determinismi nella Materia, sappiamo elevarci ad un piano di coscienza superiore, contribuiamo automaticamente con ciò a modificare tutti i determinismi inferiori e a far accedere la terra ad una più grande libertà.Ma perchè proprio la fetta del Vitale? Il Vitale perchè oltre ad esistere come intersezione con la materia più brutale, rappresenta pure la porta magica per trasformare la nostra bio-tipologia tra corpo e psiche! Non di certo un lavoro semplice e gradevole si prospetta all'orizzonte.. Analizzeremo quindi con calma tutte le più critiche aree di questo svalutato centro dell'essere. Non demordete quindi e anche se molto vi sembra impossibile: buon lavoro!
parte I
I limiti della morale
C'è UNA ZONA del nostro essere che è fonte di grosse difficoltà e insieme di un grande Potere. Fonte di difficoltà perchè disturba le comunicazioni dall'esterno o dall'alto, opponendosi freneticamente ai nostri sforzi di silenzio mentale, e invischia la coscienza in occupazioni e preoccupazioni meschine impedendole di muoversi liberamente verso più alte regioni; fonte di potere perchè fa affiorare in noi una grande forza di vita. Stiamo parlando della zona che sta fra il cuore e il sesso e che chiameremo VITALE.
E' la zona di tutte le confusioni: dove il piacere si mescola inestricabilmente alla sofferenza, la pena alla gioia, il male al bene, la commedia alla verità. In questa zona pericolosa le varie spiritualità del mondo hanno incontrato tante difficoltà che han preferito farci una bella croce sopra e lasciarne sussistere soltanto le cosiddette emozioni religiose: il neofita è invitato a rifiutare tutto il resto. E tutti sembrano essere d'accordo: la natura umana è intrasformabile. Ma questa chirurgia morale, presenta un doppio inconveniente, perchè da un lato non purifica niente, in quanto le emozioni dall'alto, per raffinate che siano, inquinano come le emozioni inferiori, per la buona ragione che sono sentimentali e parziali; d'altro canto si tratta di una chirurgia che non estirpa veramente, ma accantona, di modo che in sessant'anni di vita ce ne spettano quaranta di morale diurna e venti d'immoralità notturna: curiosi rendiconti.). In altre parole, la morale non può penetrare oltre i limiti della piccola personalità di facciata.
Perciò non è una disciplina morale e radicale che dobbiamo imporre al nostro essere, ma una disciplina spirituale e integrale, che rispetterà ogni parte della nostra natura, liberandola però dalle scorie. Perchè in realtà non esiste un male assoluto da nessuna parte: esistono solo miscugli di bene e di male.
Del resto, il ricercatore non pensa (se ancora 'pensa') in termini di bene e di male, ma solo in termini di esattezza o d'inesattezza. Il navigante che intende trovare le coordinate di rotta non ricorre al suo amore per il mare, ma usa un sestante, stando bene attento che lo specchio del sestante sia pulito. Così, se il nostro specchio sarà appannato non vedremo niente della realtà degli esseri e delle cose, perchè ritroveremo dappertutto l'immagine dei nostri desideri e dei nostri timori, dappertutto l'eco del nostro chiasso: non solo in questo mondo, ma in tutti i mondi, nella veglia, nel sonno e nella morte.
Ovviamente, se vogliamo VEDERE uno spettacolo non possiamo mica restare in palcoscenico. Perciò il ricercatore saprà distinguere fra ciò che intorbida la visibilità e ciò che la rende più precisa: sarà essenzialmente questa la sua 'morale'.
(tratto da: L'Avventura della Coscienza - Satprem)
Continua..
Perciò non è una disciplina morale e radicale che dobbiamo imporre al nostro essere, ma una disciplina spirituale e integrale, che rispetterà ogni parte della nostra natura, liberandola però dalle scorie. Perchè in realtà non esiste un male assoluto da nessuna parte: esistono solo miscugli di bene e di male.
Del resto, il ricercatore non pensa (se ancora 'pensa') in termini di bene e di male, ma solo in termini di esattezza o d'inesattezza. Il navigante che intende trovare le coordinate di rotta non ricorre al suo amore per il mare, ma usa un sestante, stando bene attento che lo specchio del sestante sia pulito. Così, se il nostro specchio sarà appannato non vedremo niente della realtà degli esseri e delle cose, perchè ritroveremo dappertutto l'immagine dei nostri desideri e dei nostri timori, dappertutto l'eco del nostro chiasso: non solo in questo mondo, ma in tutti i mondi, nella veglia, nel sonno e nella morte.
Ovviamente, se vogliamo VEDERE uno spettacolo non possiamo mica restare in palcoscenico. Perciò il ricercatore saprà distinguere fra ciò che intorbida la visibilità e ciò che la rende più precisa: sarà essenzialmente questa la sua 'morale'.
(tratto da: L'Avventura della Coscienza - Satprem)
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