domenica 24 agosto 2025

ACCEDERE alla FONTE

Io provo sempre naturalmente a parlarvi in relazione alla mia esperienza, perché è il mio solo punto di riferimento e non posso realmente trattare di coscienza, o di ciò di cui parlo, in relazione a quello che è stato scritto durante l’involuzione, perché ciò che viene trattato oggi o che viene compreso oggi o che viene realizzato oggi, supera talmente il passato!

Tuttavia, spesso è difficile trasmettere nozioni che non sono soggette alle facoltà razionali dell’uomo, dell’ego, alle facoltà filosofiche dell’ego. Allora, ci resta semplicemente come mezzo di trasmissione dell’informazione occulta al popolo, un mezzo di trasmissione che è fondato su una vibrazione di punta, nella misura in cui l’uomo, io in questo caso, non ha bisogno di pensare per accedere a informazioni.

A partire dal momento in cui l’uomo non ha più bisogno di pensare, riflettere, per accedere all’informazione, canalizza quest’informazione. Una volta che essa è canalizzata, non è più sotto il controllo del suo ego: fa parte del suo essere e può essere trasmessa all’uomo, all’estraneo, in una maniera semplicissima, nel senso che essa contiene già in sé i meccanismi che impediscono all’ego di manipolarla.

Questo fa sì che una persona che è in contatto con una vibrazione come questa, quando torna a casa, quando esce dalla conferenza, c’è una parte o gran parte della conversazione che non si imprime nella mente, dunque l’uomo non ne ha a memoria: diventano conferenze difficili da ripetere. A partire dal momento in cui l’uomo realizza questo, a partire dal momento in cui realizza che può accedere a informazioni senza passare per l’ego, che può canalizzare una vibrazione e accedere a nozioni che non sono colorate, può cominciare a sentire di avere in sé una fonte, e che questa fonte è integrale.

Quando dico ‘integrale’, voglio dire che essa non appartiene al passato, non fa parte del passato dell’umanità, non fa parte della scienza libresca. E’ integrale perché è istantanea, ed è sempre alla misura del bisogno, in altre parole, quando un uomo che ha una coscienza parla, vale a dire quando è in canalizzazione, il materiale che esce è istantaneamente misurato per le orecchie che ascoltano. E questo è molto importante perché viviamo in un tempo in cui l’ego è estremamente bombardato da ogni sorta di nozioni nel mondo, da ogni sorta di sistemi, da ogni sorta di filosofie, e l’ego deve arrivare alla fine a poter selezionare.

E tutto ciò che esiste ha un certo lato buono: le filosofie orientali hanno un lato buono, le filosofie occidentali hanno un lato buono, tutto ciò che è apportato all’uomo ha un lato buono. Ma c’è anche un lato che ritarda la sua evoluzione, ed è per questo che nella canalizzazione, a partire dal momento in cui l’uomo avrà una coscienza libera dalla riflessione, quando l’uomo non avrà più bisogno di pensare per parlare, allora l’informazione che riceverà dai piani sarà un’informazione che non sarà diretta alla sua anima, ma solamente al suo Spirito.

Quindi, a partire dal momento in cui l’uomo riceve un’informazione che non è diretta all’anima o all’ego riflessivo, ma al suo Spirito, l’uomo può comprendere ciò che viene detto anche se non lo afferra. In altre parole, una persona nella sala può molto facilmente dire: « Ah! Questo lo capisco, ho sempre saputo quello che lui dice, lo sapevo »!

Bene, a partire dal momento in cui avete questa certezza, questa certezza fa parte della vostra realtà, e dovete conservarla questa certezza, perché è già un punto che vi porta o potrà portarvi alla fine ad avere la vostra propria canalizzazione. In altre parole, è importantissimo che l’uomo sappia, che l’essere umano sappia che a partire dal momento in cui un’informazione non è colorata, essa è integrale, ed essendo integrale, esiste già nella coscienza dell’uomo.

Se fosse della filosofia, potreste dire: « Beh, a questo non avevo pensato », o: « Questo non lo sapevo », ma siccome è informazione integrale, è possibilissimo, e dovrebbe essere molto naturale, che diciate: « Questo lo sapevo, questo mi sembra buono, lo sapevo, non ci avevo pensato così ma lo sapevo ». A partire dal momento in cui l’uomo ha questa certezza, ha già contatto con la sua propria realtà e io voglio sviluppare questo punto perché voglio approfondire il carattere intuitivo dell’ego.

L’intuizione è molto, molto mal compresa, perché l’intuizione in generale è spiegata in modo psicologico e questo elimina dalla comprensione gli elementi occulti della percezione. In ogni forma di intuizione, c’è in voi una canalizzazione di informazione. Ma l’uomo non afferra, non realizza proprio la natura della sua intuizione perché non comprende che il pensiero viene da altrove.

Per comprendere realmente che cos’è l’intuizione, occorre sapere che il pensiero viene da altrove. E a partire dal momento in cui uno sa che il pensiero viene d’altrove, l’intuizione non esiste più, la coscienza intuitiva passa a un altro livello, e quello che avete, è semplicemente informazione, ma è informazione diretta. Dunque, l’intuizione è informazione diretta. E l’ego deve sapere e deve riconoscere di avere accesso a informazione diretta. Non è una cosa speciale avere accesso a informazione diretta.

Tutti gli esseri umani hanno accesso a informazione diretta, ma non lo riconoscono, e siccome non lo riconoscono, c’è una parte della loro intelligenza sottile che non fa parte della loro coscienza. Ed è questa parte sottile di intelligenza che fa parte della coscienza umana a dover essere realizzata nell’ego, perché esso arrivi alla fine a sapere di sapere o a realizzare che sa, e a non lasciarsi più influenzare dall’esterno.

Perché un uomo che sa qualcosa, non nel senso intellettuale del termine, ma nel senso intuitivo, vivo del termine, sarà sempre meno influenzato dall’esterno. E quando parlo dell’esterno, parlo dei sistemi di pensiero, delle religioni, delle filosofie, e così via. Dunque egli diventa alla fine il suo proprio maestro di pensiero, e col tempo può abituarsi a essere il suo proprio maestro di pensiero.

Col tempo, la vibrazione si accentua, si sviluppa, l’ego diventa più sicuro, più aggiustato, più abile a maneggiare questa vibrazione, e alla fine essa può servirgli sul piano creativo, sul piano della parola, sul piano della scrittura e così via. Ho riconosciuto da qualche anno che ci sono persone che si sono messe a scrivere e che hanno scritto libri estremamente validi. Perché? Perché hanno imparato a mettersi in vibrazione e a lasciare che il testo si scriva invece di cercare di scriverlo!

Sul piano della parola è la stessa cosa: se l’uomo si abitua a lasciar parlare il canale invece di interferire sempre attraverso il suo ego e cercare, all’interno di questo processo, il famoso fenomeno della verità o della menzogna, a quel punto diventerebbe creativo e realizzerebbe di avere accesso a una fonte di informazione estremamente ricca, molto varia, a seconda della sua natura, del suo temperamento, anche di ciò che deve fare nel mondo.

Perché vi dico questo? Vi dico questo perché l’ego planetario oggi si sente solo nel mondo. L’uomo si sente solo, prova a diminuire questa solitudine nelle sue relazioni umane, ma esiste sempre in lui una grande solitudine. E la ragione per cui l’uomo vive una solitudine, questa famosa solitudine di cui parlava Schopenhauer, è perché l’ego non è cosciente di sé sugli altri piani.

Se l’ego fosse cosciente di sé sugli altri piani, dunque se avesse accesso a questa informazione, se avesse accesso a questa certezza, se avesse accesso a questa comunicazione interna che non è spiritualizzata, ma totalmente mentale, non conoscerebbe la solitudine perché sarebbe sempre in vibrazione mentale. E essere in vibrazione mentale vuol dire essere sempre sveglio. Questo non implica fare della meditazione. Un uomo cosciente sempre sveglio non ha bisogno di fare della meditazione: è sempre in meditazione.

Dunque, dal momento in cui fate della meditazione, è perché siete già addormentati! Mentre l’essere cosciente non ha bisogno di fare niente perché è sempre sveglio. E perché è sempre sveglio? Perché non ha mai niente da capire. È il fatto di non avere niente da capire che fa sì che l’uomo sia sempre sveglio. Se dovesse capire qualcosa, c’è una parte di lui che sarebbe addormentata.

Ma perché l’ego realizzi o sappia che non ha niente da capire nel senso reale del termine, non nel senso psicologico dell’ego o nel senso egocentrico del termine, occorre che sappia di essere intelligente. Ma come volete che l’ego sappia di essere intelligente se non può accedere alla propria intelligenza! E l’intelligenza di cui parlo, non è l’intelligenza cui accedete quando andate all’Università di Montréal per avere un dottorato! L’intelligenza di cui parlo, è quella facoltà nell’ego di poter intervenire direttamente nel processo mentale universale. Cioè, in quel processo che gli permette, come essere incarnato, di decifrare quello che lo Spirito vuole dirgli.

Dal momento in cui l’ego è capace di decifrare quello che lo Spirito può dirgli, diventa estremamente abile in questo processo, e alla fine non ha nemmeno più bisogno di comunicazione telepatica, dunque non ha più bisogno di pensare.

Tutto ciò di cui ha bisogno è la vibrazione. Dunque, un uomo che vive in un processo puramente vibratorio, è come un telefono cellulare in cui nessuno parla ma dove c’è semplicemente il campo magnetico. Dunque, l’uomo può vivere in uno stato di coscienza mentale estremamente calmo, estremamente imperturbato, e allo stesso tempo essere estremamente sveglio per poter parlare o poter scrivere. Questo si produce all’esterno del processo riflessivo dell’ego.

Dunque, un ego che riflette troppo, che è troppo nella fase riflessiva, è un ego che automaticamente subirà un certo grado di noia. Perché? Perché ci sarà sempre qualcosa nella vita che egli non comprenderà. Mentre un ego che è in un processo di coscienza creativa non può annoiarsi. Perché? Perché ha sempre delle risposte! E perché ha sempre una risposta? Perché ha sempre un interlocutore dall’altro lato.

Ma questo interlocutore, chi è? Che sia il suo Spirito, che sia il suo doppio, che sia la sua fonte, non importa. Ma questo interlocutore è un qualunque livello di intelligenza, è un’architettura di intelligenza. È un processo intelligente che può essere identificato, se si vuole, o che non ha bisogno di esserlo se non si vuole. Ma questo processo è accessibile a tutti gli uomini, fa parte della coscienza di tutti gli uomini.

Nel suo modo più prosaico, bene, questo si chiama l’intuizione, ma nel suo modo più pragmatico, più occulto, più mentale, più diretto, più brillante, è quello che si chiama la fonte, è quello che si chiama il contatto telepatico col piano mentale, è la sua struttura mentale elevata, è l’origine della coscienza dell’ego, è l’origine del pensiero. E il pensiero ha un’origine.

Se l’uomo fosse sufficientemente cosciente e guardasse il suo pensiero, vedrebbe che in certi momenti della sua vita il pensiero è totalmente non-intelligente. Se fosse cosciente, potrebbe interrogare la non-intelligenza del suo pensiero. Vi faccio un esempio. Un uomo può perdere la sua « bionda » che lui ha molto amato e può avere il pensiero, un pensiero come: « mi annoio ». « Io mi annoio », non è un pensiero intelligente, è un pensiero astralizzato! Lo Spirito non si annoia! Dunque, se l’uomo riceve un pensiero come « io mi annoio », sta a lui domandare alla fonte e dire: « Cosa vuoi dire, con ‘tu ti annoi’ »…?

Se dice alla sua fonte, se domanda alla sua fonte: « Che cosa vuoi dire con ‘io mi annoio’ »…? La fonte sarà obbligata a rispondere: « Ti prendevo in giro ». Comprendete quello che voglio dire! Non c’è alcun pensiero, non c’è alcun pensiero negativo sulla Terra che non sia una colorazione del suo Spirito. Se l’uomo è incosciente o se fa parte dell’involuzione, questo pensiero negativo continuerà in effetti per la sua strada, perché non trova resistenza. E un pensiero che non trova resistenza può attraversare l’uomo per anni.

Ma se l’ego, poiché ha accesso a una nuova psicologia, fa resistenza al pensiero negativo e l’interpella dicendo: « Beh, che vuoi dire con ‘io mi annoio’ »…? Lo Spirito sarà obbligato, o la fonte, o l’altro piano sarà obbligato a dire: « Beh, ti prendo in giro ». Perché? Perché lo Spirito, lui, non si annoia! Dunque, chi è che dice all’uomo: « Io mi annoio »…? E’ lo Spirito che disfa il pensiero, che lo rende non creativo, per dargli l’impressione di essere nel suo ego, capite quello che voglio dire?

Se l’uomo è sveglio… ed è questo che vuol dire essere sveglio: essere sveglio o essere cosciente, vuol dire essere capace di fermare, di interpretare il pensiero quando è in un modo negativo. Quando è in un modo positivo, non c’è problema, perché non c’è sofferenza, ma quando è in un modo negativo, c’è una sofferenza. E quando c’è una sofferenza nel pensiero c’è manipolazione da parte dei piani.

La psicologia, questa psicologia sovramentale o questa psicologia dell’evoluzione, questa nuova psicologia permetterà finalmente all’ego di sapere e di riconoscere che il pensiero ha sempre due aspetti: uno per lui e uno per lo Spirito. Ci sono sempre due piani per un pensiero. E se l’uomo è sveglio e riceve un pensiero come « io mi annoio », può vivere solo un piano, « io mi annoio ». Se vive solo su un piano del pensiero, penserà che si annoia.

Ma se realizza che ci sono due piani per il pensiero: il piano dove “io mi annoio” e il piano dove “io ti prendo in giro dicendoti che tu ti annoi”, eliminerà l’aspetto psicologico del suo pensiero, dunque non si annoierà più e impedirà quindi al suo Spirito, in seguito, di parlargli così. Dunque, in futuro, lo Spirito non potrà più dire all’uomo « io mi annoio ». Impedendo allo Spirito di dirgli « io mi annoio », l’uomo comincerà a dominare il suo Spirito, ed essendo il suo Spirito molto creativo scoprirà certamente altra cosa.

Un giorno dirà: « è noioso »! Se l’uomo dice, interpellando il suo Spirito: « Che cosa vuoi dire con ‘è noioso' »…? Lo Spirito sarà obbligato a dire: « Beh, ti prendo in giro ». L’uomo avrà scoperto un piano del pensiero che è soggettivo, dunque lo Spirito finalmente non potrà più dirgli « è noioso ». Sarà obbligato a dire altre cose, e così via, e così via, finché l’uomo non si rende conto che lo Spirito proverà a distogliere il suo sguardo egoico dalla fonte del suo pensiero, finché lui non avrà compreso che il pensiero soggettivo, negativo, è un’illusione.

E’ per questo che la realtà non si pensa, la realtà si sa ma non si pensa. L’irreale si pensa, il lato intellettuale della coscienza si pensa, quello che si pensa del mondo, dell’universo, quello si pensa. Ma se volete sapere come è costruito l’universo, come funziona l’universo, quanti universi ci sono, quanti super-universi ci sono, qual è la natura dello spazio, qual è la natura delle forze che controllano, qual è l’origine dell’energia, è bello, è bene dire: « Beh, c’è energia nell’universo, ci sono atomi, c’è questo », ma da dove viene l’energia, da dove viene il freddo, da dove viene il caldo, chi crea il freddo, chi crea il caldo?

Se l’uomo vuole accedere a questioni fondamentali che riguardano l’architettura dei mondi, deve aver accesso a un modo di pensare che non è su un piano intellettuale, ma su un altro piano, dunque che tratti col suo Spirito. Ma se l’uomo non è capace di trattare col suo Spirito, sul piano puramente psicologico del suo ego, a livello di pensieri così noiosi come « io m’annoio », come volete che l’uomo scopra i misteri della vita, dell’universo, dell’evoluzione, dei Fuochi, degli Eterni, eccetera, eccetera: è impossibile!

Dunque, perché esiste l’ego? L’ego esiste perché è una riflessione, è la sola ragione per la quale l’ego esiste. Se l’ego non fosse riflessivo, l’ego non esisterebbe in quanto tale, sarebbe semplicemente una lente per far passare la luce verso il piano materiale. Quindi l’uomo saprebbe, accederebbe a quello che ha bisogno di sapere perché quello fa parte della realtà, fa parte della sua evoluzione, fa parte delle condizioni fondamentali dell’esistenza.

Ma poiché l’ego esiste e c’è riflessione, l’uomo non ha accesso a quello che è reale, dunque non conosce la genesi del reale, conosce solo l’impressione che il reale crea nella polarità della sua mente. Ed è quello che si chiama l’esistenza. Dunque l’uomo è un essere esistenziale, è esistenziale fino alla morte.

Invece di avere una coscienza reale, l’uomo ha una coscienza esistenziale. E la sua coscienza esistenziale gli permette di creare sistemi di pensiero, modelli di pensiero molto, molto interessanti, le filosofie, le religioni, ma tutti questi temi di coscienza non fanno parte della realtà. Dunque, se l’esistenza ci parla di ego, se la filosofia ci parla di ego, se le religioni ci parlano di Dio o se le teologie ci parlano, non so, di Angeli o Arcangeli o Cherubini, questo non fa parte della realtà.

Perché non fa parte della realtà? Perché la realtà non si pensa, la realtà si descrive per vibrazione, man mano che l’uomo entra in contatto mentale con un piano della sua coscienza che non è governato dalla riflessione. Dunque, a quel punto, non è più soggetto alle leggi dell’ego, non è più soggetto alle leggi esistenziali della riflessione e non può più annoiarsi, non può più essere solo e non può più dire di non comprendere, perché tutto è accessibile.

Quindi il mistero non esiste più, e dal momento in cui il mistero non esiste più, nemmeno la curiosità esiste più, perché la curiosità dell’ego fa parte dell’incoscienza dell’ego.

Non c’è alcun uomo sulla Terra in coscienza mentale che sarebbe interessato a sapere checchessia. Ma gli uomini della Terra in incoscienza psicologica vogliono tutti sapere. Perché l’uomo incosciente vuole sapere mentre l’uomo cosciente non vuol sapere niente? L’uomo incosciente vuole sapere perché non sa. L’uomo cosciente non vuole sapere perché ha accesso al sapere. E nessun uomo cosciente vuole accedere a tutto il sapere perché è una perdita di tempo, è faticoso, ci sono troppe cose.

Avete bisogno d’acqua, aprite il rubinetto, ma non lo fate colare sempre il rubinetto, lo chiudete. Allora un uomo cosciente, apre il rubinetto. Gli fate una domanda, bene, ha bisogno di sapere, riapre il rubinetto e poi lo richiude. Quindi l’uomo cosciente non deve mai far ricorso all’utilizzo della curiosità per elevarsi sui piani della coscienza, mentre l’uomo incosciente deve utilizzare la curiosità per scoprire gli arcani della conoscenza, ma questo, questo fa parte del gioco della riflessione dell’ego.

Ho già detto che le filosofie non esistono più, che la filosofia non esiste più, e che la filosofia non può più esistere, perché i filosofi, non importa quali, Sartre, tutta la banda di filosofi, dai più antichi ai più moderni, hanno fallito. Nel senso che non sono stati capaci di scoprire o di accedere a una critica assoluta. Se i filosofi avessero avuto accesso a una critica assoluta, la filosofia sarebbe stata istantaneamente trasmutata in una coscienza integrale.

Ci sono tre aspetti nella critica assoluta. In una critica assoluta, c’è il fatto che l’uomo, in quanto essere pensante, è capace di negare l’origine della sua coscienza per infine accedere alla vera origine della sua coscienza, che è quella che non pensa. Il secondo aspetto della critica assoluta è che l’uomo che ha una critica assoluta non è più interessato a riflettere, quindi a pensare in maniera soggettiva, perché sa benissimo che le forme utilizzate sul piano della coscienza mentale, dunque le forme che sono utilizzate per la costruzione dell’architettura della mente, devono essere distrutte in un certo tempo affinché l’uomo evolva. Questo fa parte dell’evoluzione.

Ciò che è stato creato deve essere distrutto perché vengano altre creazioni, più avanzate. Se l’uomo si attacca alle costruzioni anteriori, se l’uomo si attacca alle costruzioni che sono state fatte, che sono il risultato della riflessione, l’uomo non potrà mai creare i modi di vedere, i modi di pensare, i modi di accedere all’informazione di cui ha bisogno, per finalmente metter fine alla sua ignoranza planetaria.

Se si vuole sapere che cosa è Dio, se si vuole sapere che cos’è un Arcangelo, se si vuole sapere che cos’è un Intemporale, bisogna poterlo dire, bisogna poterlo dire! Se uno non può dirlo perché riflette troppo, a quel punto è obbligato ad assorbire quella forma lì e a vivere con essa. Quindi vive con il concetto di Dio, con il conetto degli Arcangeli, con il concetto degli Intemporali, ma non si libera del concetto di Dio, non si libera del concetto degli Arcangeli, non si libera del concetto degli Intemporali, quindi non accede ai misteri.

E se l’uomo non è capace di accedere ai misteri, la sua vita è totalmente riflessa, lui non è che un pezzo pensante nel “meccano” cosmico di questa energia che è chiamata “la coscienza”, perché il fenomeno del pensiero è semplicemente un’architettura inferiore, il pensiero non è necessario nell’universo locale. Il pensiero è necessario per l’uomo che ha un ego che riflette, perché gli permette di sapere che egli E’, la famosa constatazione filosofica: “Penso, dunque sono” di Cartesio!

E’ semplicemente una forma estremamente primitiva di coscienza. Dire: “Penso, dunque sono”, è realmente negare il carattere mentale della coscienza umana, dove finalmente l’uomo si eleva a un piano in cui è capace di dire: “Non penso, dunque so”! Ma per un filosofo del diciassettesimo, diciottesimo secolo, dire: “Non penso, dunque so”, sarebbe stato assurdo. Mentre per l’uomo cosciente, dire “Non penso, dunque so”, è finalmente l’inizio della coscienza ed è l’inizio della fine di ciò che si chiama “l’assurdità esistenziale filosofica”.

Quindi è importantissimo per l’essere umano dell’evoluzione, l’essere di domani, l’essere che accederà finalmente a una coscienza evolutiva o a una psicologia creativa, comprendere che la totalità dei concetti che sono serviti alla costruzione della civiltà giudeo-cristiana, sono serviti in un tempo in cui era necessario per l’uomo pensare, perché lui doveva, sul piano… [interruzione della registrazione]…

[ripresa della registrazione]… egli comincia a scoprire dei mondi, i mondi paralleli, il mondo mentale​, la fonte ​della sua mente, la fonte della sua coscienza, la natura del suo pensiero, la potenza del suo pensiero, il carattere notturno del suo pensiero che chiamate “sogni”. Dunque l’uomo comincia ad accorgersi di essere costantemente nutrito, è nutrito da cosa? Dal piano mentale! Ma può nutrirsi della sua coscienza solo se essa non è emozionabile, in altre parole se non è animalizzata, in altre parole se non fa parte del passato, in altre parole se non è governata dalle leggi della paura.

Dal momento in cui il pensiero non è più governato dalle leggi della paura, l’uomo non ha più limite a livello della mente. Gli fate una domanda e lui ha una risposta, perché? Perché non è più governato dalla legge della polarità che è la legge della menzogna, che è la legge del vero o del falso. Un uomo cosciente non è interessato alla verità.

Quando mangiate una buona bistecca, non vi si chiede se è vero che è buona, vi si chiede semplicemente se è buona.

Quando andate al bagno e siete a vostro agio, non vi si domanda se è vero che siete a vostro agio: voi siete a vostro agio! Dunque, la questione del vero o del falso fa parte della polarità della mente umana ed è all’origine della creazione delle architetture della mente inferiore che, nel nostro caso, chiamiamo la civiltà giudeo-cristiana.

Ma nel caso dell’evoluzione futura in cui l’uomo si individualizzerà, questa coscienza che, in passato, aveva fondato le sue basi sul vero e il falso, fonderà le sue basi sulla neutralità di questi due aspetti, e l’uomo in seguito sarà finalmente libero di estrapolare o studiare ciò che chiamate “i misteri”. Ma che cos’è un mistero? Un mistero è molte cose. Un mistero è l’incapacità di sapere. Un mistero è la credenza che non si può sapere.

Un mistero è il mantenimento di questa credenza da parte dei piani, dunque dei piani di pensieri, dunque da forze che manipolano l’uomo, utilizzando cosa? Le paure! Per impedirgli cosa? Di sapere! Perché delle forze impedirebbero o vorrebbero impedire all’uomo di sapere? Perché un uomo non può sapere se non è pronto a sapere, quindi ci sono delle forze che gli impediscono di sapere prima del tempo, perché se l’uomo sapesse prima del tempo, impazzirebbe. Perché impazzirebbe? Perché penserebbe troppo.

Non potete pensare a delle infinità o a cose che non si pensano e restare normali nella vostra vita quotidiana, nel vostro lavoro. L’uomo non può assorbire senza fine impressioni troppo forti, troppo polarizzate: il suo cervello scoppia, il suo Spirito non è più calmo. E’ per questo che l’uomo, dal momento in cui comincia a riconoscere la fonte del suo pensiero, comincia già a dividersi in due. C’è lui, in quanto ego un po’ più sveglio, e c’è l’altra parte di lui sul piano mentale che è la sua coscienza originale.

Con questa coscienza originale, non c’è più problema, perché già l’uomo sa che non è lui a pensare. Se non è lui a pensare, sa che non è lui che pensa, non c’è più problema di pensiero poiché tutto ciò che verrà alla sua mente fa parte di una canalizzazione e non di una riflessione. E’ la riflessione nell’ego che è pericolosa, non la canalizzazione. Dunque, dal momento in cui l’uomo può canalizzare, poiché non è più lui a pensare, sa che non è più lui a pensare, comincia a liberarsi del vero o del falso, tutto ciò ch’egli pensa nella sua mente è normale, è naturale.

Dunque voi gli fate una domanda, secondo la domanda, secondo l’origine della domanda, secondo colui che fa la domanda, se siete un italiano, mi domandate che cos’è Dio, vi risponderò in un modo che converrà al vostro carattere italiano. Se siete cinese e mi domandate che cos’è Dio, vi risponderò ancora, sempre, in rapporto al vostro carattere di cinese.

Se siete di un altro tipo, vi risponderò in relazione a quest’altro tipo. Perché? Perché la mente è obbligata a creare una forma-pensiero che dia sollievo alla coscienza inferiore ma non la distrugga. Quindi, se l’italiano è troppo religioso e troppo nella sua religione, e deve conservare la sua religione, ama la sua religione o ha molte memorie della sua religione, non sono io, come uomo, a turbare il suo Spirito. Quindi gli darò una definizione di Dio che andrà abbastanza… Che aiuterà un po’ ad aprire il suo Spirito ma non metterà il suo Spirito in pericolo.

Dunque ci sono molti modi di rispondere a un aspetto del mistero. Ci sono molti modi di rispondere alla domanda: Dio esiste… Che cos’è un Super-universo, da dove viene il freddo cosmico, da dove vengono gli Eterni, quali sono gli Eterni, quali sono i governi che dirigono il mondo, che cos’è che viene chiamato “Satana”, che cos’è una forza luciferina?! Tutte queste cose, tutte queste domande, tutti questi concetti hanno una o più risposte, secondo a chi si parla, secondo quando si parla!
Uno parla all’uomo che è esterno a lui o riceve l’informazione per sé? E’ ancora un altro livello. Dunque, a partire dal momento in cui l’uomo cesserà di cercare la verità sulla Terra, si libererà del fenomeno della credenza. E liberandosi del fenomeno della credenza, comincerà finalmente a dimenticare che esiste in lui molta paura.

Perché, benché la credenza fu necessaria durante l’involuzione per sostenere l’ego, nella sua debolezza animale, dunque la paura dell’infinità, la paura della morte, la paura di tutto ciò che esiste che lui non comprendeva, nell’evoluzione questo fenomeno dovrà scomparire dalla coscienza umana. Perché? Perché un uomo cosciente non può vivere la paura, farla vibrare dentro di sé. E quando credete a qualcosa, vivete la paura, perché la credenza vi dà un sostegno che, in un certo tempo, è utile, ma in un altro tempo non lo è più.

E a partire dal momento in cui l’uomo sarà sufficientemente avanzato sulla scala dell’evoluzione, la paura non farà più parte della sua coscienza, perché? Perché innanzitutto, egli dovrà realizzarsi. Realizzarsi, cosa vuol dire?

Dovrà sapere. Sapere, cosa vuol dire? Vuol dire accedere a quello che non è pensabile. A partire dal momento in cui l’uomo può cominciare ad accedere a quello che non si pensa, lì comincia a essere interessante!

Ma finché l’uomo può accedere solo a ciò che si pensa, egli è governato dai sistemi di credenza e la sua coscienza non può avanzare, e non può fare avanzare quella degli altri. Perché? Perché è intrappolato nel passato, è intrappolato nelle strutture della involuzione della sua civiltà, che egli sia cinese, che sia orientale, che sia cattolico, protestante, e così via.

Dunque il ruolo dell’uomo, il ruolo dell’uomo sulla Terra, alla fine, il ruolo dell’anima incarnata sulla Terra, alla fine, cosa sarà? Fondersi con lo Spirito! Perché? Per liberare finalmente l’essere, cioè l’aspetto pensante dell’uomo. E che cos’è questo aspetto pensante dell’uomo? E’ l’ego che riflette, perché quest’ego che riflette arrivi finalmente a scoprire i misteri.

E quando l’uomo avrà scoperto i misteri e avrà sviluppato una grande maturità riguardo a questa scienza interna, e avrà sviluppato una grande vibrazione, potrà applicare queste scienze a tutto ciò che esiste, l’atomo, la malattia, il cibo… potrà creare una nuova scienza, potrà creare un nuovo modo di affrontare sulla Terra le forze materiali. Sarà una nuova civiltà che potrà far eclissare quella che oggi conosciamo.

Ma finché l’uomo sarà obbligato a riflettere per sapere, non farà che progredire sulle leggi della credenza e all’interno dei sistemi della credenza, e la sua evoluzione mentale sarà estremamente diminuita, estremamente limitata, e non potrà estendere sulla Terra questa luce che fa parte della sua integrità. Essa resterà semplicemente una parte di lui, nascosta nel suo involucro, ma non farà parte della civiltà.

E gli uomini e i governi e tutto ciò che vive su questo pianeta non potrà beneficiare di quella che si chiama la coscienza cosmica, perché la riflessione è in sé limitativa ed è fondata sulla credenza che è fondata sulla paura. E i nostri ego vengono modellati, tutti i nostri ego, che siamo dell’Occidente, che siamo dell’Oriente, i nostri ego vengono modellati: non li modelliamo noi. I nostri ego vengono modellati!

E un ego che è modellato, è un ego che non ha potenza creativa perché non è capace di interrogare quello che non è mai stato spiegato, quello che non è mai stato detto, non può interrogare i misteri. I misteri fanno parte della sua limitazione, e le Chiese, le religioni li utilizzano per il loro proprio potere spirituale! Ma se voi parlate… Se avete una comunicazione telepatica col piano mentale e dite: « Bene, oggi voglio sapere che cos’è tale cosa », e vi viene detto: « Bene, tale cosa è tale cosa, è questo ». A quel punto, vengono rotte in voi le strutture antiche del vostro pensiero, e quindi voi avanzate.

Un altro giorno, domandate: “Che cos’è tale cosa”…? Vengono ancora rotte in voi le strutture del vostro antico pensiero. Quindi alla fine, l’uomo arriva a una constatazione, che è la sua coscienza universale. E una volta che egli ha una coscienza universale, non ha più bisogno di niente sul piano materiale. Quando dico che non ha più bisogno di niente, voglio dire che è pieno. Non è più alla ricerca di se stesso, non si cerca più, non c’è più maestro per lui, né sul piano materiale né sugli altri piani. Dunque lui cos’è? Lui è in pace! La pace!

Dunque la pace che le religioni ci hanno progettato è una pace mistica, è una pace spirituale, è una pace che è quello che io chiamo “la farsa degli dei”. La prova, è che i mistici, durante l’involuzione, i mistici, le persone che cercavano questa pace con grandi sforzi, spesso si flagellavano, si flagellavano, si flagellavano, si flagellavano per trovare la pace! Quanti mistici si sono flagellati per trovare la pace!

E alla fine hanno talmente sofferto, hanno talmente squilibrato il loro corpo astrale che hanno cominciato a vedere, ad avere allucinazioni, a vedere sul piano astrale, a vedere proiezioni, a vedere spiriti (che spesso non erano sempre buoni spiriti), a levitare. Credete che è normale per un uomo levitare così? Hop, arrivato al soffitto! Uno levita quando vuole. Ah! E’ arrivato al soffitto! Lo sguardo alterato… E uno trova questo interessante!

Sarebbe bene levitare così al soffitto, hop, tutti a levitare al soffitto! Nessun controllo! Perché uno spirito decide di utilizzare le nostre energie per… Hop! E alla fine, dopo la vita, gli si dà un nome, è un santo: ha levitato al soffitto, è appeso [risate del pubblico]. Dunque è molto importante per l’essere umano cominciare a comprendere che la credenza fa parte delle strutture mentali inferiori dell’involuzione e che l’uomo dell’evoluzione, l’uomo che verrà nel corso dei secoli, delle generazioni, che avrà una coscienza, non potrà credere, non perché non vorrà, ma perché non potrà!

I meccanismi fondamentali della sua coscienza egoica saranno stati trasmutati a un punto in cui la credenza non potrà più far parte della sua mente, perché non ci sarà più paura in lui. E non si vede che c’è un legame tra la credenza e la paura! E vi assicuro che c’è un legame tra la credenza e la paura. Prendete un buon cattolico che crede con fervore in Dio o in non importa cosa, dategli un’opposizione, fategli vivere un’esperienza opposta al suo credo, e vi assicuro che vedrà in questa posizione le opere del diavolo!

In tutte le credenze c’è un fondamento di paura, ed è una delle ragioni per cui il passaggio dall’involuzione all’evoluzione sarà un passaggio molto difficile, gli uomini vi accederanno a diverse scale, con tempi diversi, ma sarà un passaggio difficile, perché l’uomo è stato talmente abbrutito durante il suo passato che la realizzazione personale, accedere a un essere transpersonale, pre-personale, che fa parte di lui, tutto questo va talmente contro la sua coscienza, la sua memoria, che gli uomini che passeranno dall’involuzione all’evoluzione vivranno necessariamente una forma qualunque di iniziazione.

Non può esserci passaggio da quest’era a questa nuova era senza iniziazione, perché l’uomo antico deve essere totalmente trasmutato, quindi ciò che viviamo sul piano materiale come esperienza aiuta questa trasmutazione. E gli uomini che avranno una certa intelligenza, una certa coscienza, una certa sensibilità, una certa percezione, beneficeranno finalmente di questi shock di vita e li utilizzeranno per superare la propria paura e alla fine toccare con mano questo aspetto di se stessi che è reale, che è fondamentale, che non ha niente a che vedere con la conoscenza riflessa, e che rappresenta integralmente la loro coscienza universale.

Guardate quello che abbiamo fatto nella scienza sul globo da cent’anni, dalla rivoluzione industriale fino ad oggi, eppure l’uomo, di per sé, non si è evoluto! Si è fatto molto sul piano della scienza, ma sul piano psichico dell’uomo si è fatto molto poco. E perché? Perché l’uomo evolverà su una base totalmente individuale. Non si dirà mai: “Ah, ci sono molti uomini coscienti sulla Terra”. Perché la coscienza universale, questa coscienza che deriva dal legame fra l’uomo e la sua connessione universale sarà totalmente individualizzata.

Ed è importantissimo comprendere questo, perché si ha sempre tendenza a credere o a voler credere che gli uomini possano essere portati insieme e fare cose insieme in una coscienza universale. E vedrete che più gli uomini saranno in una coscienza universale, più gli uomini saranno in una coscienza integrata, integrale, più l’ego sarà individualizzato, meno gli uomini vorranno fare cose insieme, perché a un certo punto, quando l’uomo evolve e ha sufficientemente integrato la sua energia, non può più assoggettarsi, a livello della mente, a una vibrazione inferiore alla sua.

In altre parole, un essere cosciente non può vivere i conflitti di ego, non vuole vivere conflitti di ego. Mentre l’uomo incosciente, anche se non vuole vivere conflitti di ego, traffica sempre per creare conflitti di ego. Mentre l’uomo cosciente non vuole vivere conflitti di ego, vuole liberarsene, vuole la pace. Dunque questa coscienza universale non sarà mai di carattere collettivo, sarà sempre di carattere individuale, e negli aspetti più utili, più conservatori, più elevati di questa coscienza, avremo probabilmente dei legami, certe alleanze. Ma si tratterà di alleanze estremamente sensibili, estremamente temporanee, estremamente misurate, così che l’uomo cosciente non farà più parte di quello che oggi chiamiamo l’umanità planetaria.

Dunque il concetto di società, il concetto di nazione, il concetto di gruppo, il concetto di collettività, che fa parte dell’organizzazione societaria dell’involuzione, a partire dal momento in cui l’uomo sarà cosciente, questo concetto non farà più parte dei bisogni psicologici dell’ego. Ciò non vuol dire che l’uomo cosciente sarà un mistico o che si ritirerà dal mondo, no! Ma passerà nel mondo in maniera sconosciuta, vivrà nel mondo in maniera sconosciuta, beneficerà del mondo, di quello che il mondo ha fatto di bene. Ma lui come individuo vorrà vivere la pace nel mondo.

E la pace nel mondo, si vive in relazione con esseri che sono sempre meno egocentrici, cioè che hanno energie mentali estremamente bilanciate, equilibrate, non astralizzate, ed è lì che l’uomo troverà la sua pace. Perché? Perché avrà la volontà d’essere. Cercherà solo la pace. Mentre l’uomo oggi cerca il piacere, il desiderio, le cose del mondo. L’uomo di domani cercherà la pace, e in relazione con questa pace, se c’è del piacere, tanto meglio. Se ci sono cose del mondo, tanto meglio! Ma sarà la pace ad essere fondamentale, ad essere il suo mantra fondamentale e a permettergli di continuare a vivere in un corpo materiale fino alla fine dei suoi giorni.

Dunque bisogna conservare i grandi movimenti di vita, le grandi cose che facciamo nella vita in cui vogliamo trovare la pace, ma in cui non la troviamo… Nell’amore, nel lavoro. E l’uomo sarà obbligato un giorno a guardare, a fare un’analisi fondamentale del suo amore, fare un’analisi del suo lavoro, e vedere se in queste cose, in queste esperienze, la pace esiste. Se la pace non esiste e lui ha una certa coscienza, sarà obbligato a cercarla altrove. Non perché sarà bene che la cerchi altrove, ma sarà necessario che la cerchi altrove.

Una volta risvegliata la coscienza, essa non può più addormentarsi, ma uno non può svegliarla da sé, essa cerca di svegliarsi in sé, creandoci ogni sorta di cose. Ci dà dei meccanismi, delle scienze o una scienza che possiamo utilizzare per identificarne i meccanismi. Ma una volta che la coscienza è sveglia, l’uomo non può più riaddormentarsi. Ed è a partire dal momento in cui non potrà più riaddormentarsi che realizzerà che essere sveglio, è una costante tendenza alla sofferenza.

E questa costante tendenza alla sofferenza bisogna padroneggiarla, distruggerla affinché l’uomo arrivi un giorno a non più soffrire, perché soffrire è una violazione della sua libertà. La storia dell’involuzione, la storia mistica dell’involuzione in cui l’uomo deve soffrire per crescere, è in realtà astralizzazione della coscienza. E conosco persone spirituali, ci sono persone spirituali nel mondo che pensano e credono che bisogna soffrire per diventare coscienti: non preoccupatevi, le forze occulte in voi vi creeranno abbastanza sofferenza perché non abbiate niente da vedere dentro.

Vi creeranno della sofferenza, ci sarà della sofferenza, c’è sempre stata sofferenza, la vita è sofferenza. Quindi il ruolo dell’uomo è di buttare la sofferenza fuori della sua vita, utilizzarla quando deve utilizzarla perché questo fa parte del suo tempo, ma un giorno l’uomo deve cessare di soffrire, e non cesserà di soffrire che quando avrà della volontà. Dunque la povera ragazza che dice: « Ah! Ho perduto il mio amico, mi suiciderò, sono infelice », imparerà un giorno che, perduto uno, se ne trovano dieci!

Il tipo che sgobba e dice: “Ah ho perduto il mio lavoro, sono finito, che dirà mia moglie”… Hai perduto il tuo lavoro, ce n’è un altro! C’è sempre un’altra alternativa, è il pensiero che vi impedisce di realizzare che c’è un’altra alternativa… “Mia moglie era la migliore”! Era la migliore per il tempo che eri lì, faceva parte del piano della tua vita! Dunque, quando la Chiesa vi frega con una donna o un uomo con cui dovete vivere tutta la vita fino alla morte, per il meglio o per il peggio, un giorno comprenderete e direte: « Per il meglio, ma non per il peggio » [risate del pubblico].

Dunque tutte queste nozioni arcaiche che fanno parte della nostra credenza, che fanno anche parte delle nostre memorie fondamentali della coscienza delle cellule, bisognerà che l’uomo un giorno metta tutto questo da parte, ma non potrà farlo che quando non avrà più paura. Vi do una definizione occulta della paura. Guardate come si vede la paura dai piani. Ve lo dico come viene: “La paura è l’impressione creata per impedire all’ego di essere. Per impedire all’ego di essere!

La paura è un movimento d’energia che non è riportato alla sua origine nella luce, in altre parole è un movimento di energia che scende e resta nel carattere animale dell’uomo e non ritorna alla luce, in altre parole, che non è studiato in funzione della sua propria intelligenza.

La paura è utilizzata per impedire a voi, umani, di trapassarci”. Le forze sui piani, quindi… L’uomo non è una scatola di « Can Campbell”, l’uomo è un essere di luce, è un’anima incarnata che ha un legame con uno Spirito. Sui piani disincarnati, sanno che l’uomo può trapassarli con la sua propria energia. Agli esseri sui piani non piace essere disturbati nel loro ordine dall’uomo!

Dunque, quando l’uomo è incarnato nella materia, la paura è utilizzata per impedire all’uomo incarnato sulla Terra di creare nei mondi invisibili troppa trasformazione, troppo cambiamento nel loro piano. La paura è utilizzata per questo. Loro [gli esseri dei piani] dicono che la paura, nell’energia della paura, la paura stessa, è fatta allo stesso tempo di fuoco e di energia solare. Dunque nella paura c’è il Fuoco, in altre parole l’energia primordiale che mette in vibrazione l’anima e l’energia solare sui piani, che è un’energia di alta vibrazione che fa parte del mondo degli spiriti.

E lo shock di queste due vibrazioni è talmente grande che, quando l’uomo vive quella che si chiama “la paura”, è totalmente immobilizzato nella sua Volontà. Non è più capace di reagire, non è più capace di agire, non è più capace di essere. E tutto quello che fa parte dell’involuzione, le credenze, i sistemi, le filosofie, le teologie, le religioni hanno fallito!

 

Bernard de Montreal 


 

sabato 9 agosto 2025

L' essere Mentale, Sovramentale, Supermentale


L’uomo conoscerà tre possibili stadi di intelligenza. Tre stadi consecutivi: la mente, la sovramente, che è un periodo intermedio, e la supermente, il periodo di finalizzazione. L’uomo conosce la mente, ma non conosce la sovramente, né la supermente. La sovramente è l’apertura parziale sull’intelligenza cosmica dell’uomo verso una coscienza più vasta e più perfetta, che chiamiamo “la supermente”.
La sovramente comprende due tappe importanti nella vita dell’uomo. La prima è la realizzazione dell’illusione del pensiero soggettivo e l’elevazione di questo pensiero soggettivo fino a un modo di comprensione impersonale e sempre più reale, cioè non soggettiva.

La sovramente è la prima tappa dell’uomo verso la coscienza della sua intelligenza reale. Sebbene la sovramente permetta all’uomo di vedere più oltre nella sua mente, non è sufficientemente potente per dargli la visione totale e perfetta di se stesso, perché la luce dell’intelligenza pura della supermente non lo ha ancora raggiunto.

Sebbene la sovramente indichi all’uomo un movimento evolutivo interiore, non può fargli realizzare e conoscere la natura di questo movimento, perché solo la perfezione dell’intelligenza permette all’uomo di comprendere perfettamente, cioè senza utilizzare alcun punto di appoggio soggettivo. La sovramente non è ancora totalmente spoglia della soggettività dell’essere, per cui le emozioni e le trappole dei pensieri personali possono ancora, a volte, interferire e creare la barriera tra la sovramente e la supermente, coscienza suprema.

La sovramente sa riconoscere un aspetto del reale, ma non può vivere del reale, perché è ancora troppo difficile da vivere. Mentre l’essere supermentale possiede la visione perfetta del tutto, l’essere sovramentale procede per gradi verso la comprensione di se stesso che gli aprirà la porta della sua coscienza perfetta. Si deve vedere nell’essere sovramentale una qualità dell’ego sufficientemente grande da distinguerlo dal resto degli uomini che sono ancora allo stadio dell’essere mentale. Questa qualità coincide con l’evoluzione del suo essere psichico, la sua anima, senza con questo permettergli un’integrazione totale.

Mentre l’essere supermentale è istantaneamente cosciente dell’intelligenza universale che è in lui senza ombre, senza difetti, il che gli assicura la certezza totale e perfetta, sicuro di essere sicuro, l’essere sovramentale percepisce sempre un po’ di debolezza nella sua intelligenza, una mancanza di chiarezza. L’esitazione non esiste nell’essere supermentale, mentre può esistere nell’essere sovramentale, perché anche se non apprende più la realtà con i mezzi limitati della ragione, non può ancora agire in modo totalmente unificato, cioè libero da ogni emozione. La parete tra la perfezione supermentale e l’imperfezione della sovramente si assottiglia col tempo, man mano che l’ego dell’essere sovramentale impara a distaccarsi emotivamente da se stesso.

Mentre l’emotività fa scattare nell’essere sovramentale una vibrazione che lo fa soffrire o godere emotivamente, questo fenomeno scompare nell’essere supermentale, lasciando il posto a un vuoto perfetto che costituisce la natura stessa di questa grande natura umana e cosmica. Mentre l’essere sovramentale è ancora contaminato dal desiderio spirituale, la sua conversione finale all’essere supermentale stabilisce una volta per tutte l’illusione della spiritualità, così come concepita dall’uomo durante questi stadi, mentale e sovramentale.

L’intelligenza dell’essere supermentale è così stabile, cioè perfetta, che non ha più bisogno di nulla che non sia adatto alla natura umana per essere manifestato: è autosufficiente. La grande qualità di questa intelligenza, rispetto a quella sovramentale, deriva da una concentrazione totale dell’essere su se stesso, cioè da una capacità infinita di leggere perfettamente il proprio destino e di studiarne le proprietà, a volontà, senza il minimo dubbio, perché l’infinità della sua intelligenza è il segno della sua potenza e della sua visione.

Mentre l’essere mentale, l’uomo incosciente, cerca di comprendere la vita, l’essere sovramentale comincia a vederla senza comprenderla appieno, mentre l’essere supermentale la vede e la comprende. Sebbene l’uomo mentale, incosciente, non sia né vicino alla verità né lontano dalla falsità, è sufficientemente intelligente da poter ridurre il divario tra la sua intelligenza mentale e la sovramente, a condizione che faccia un esame di coscienza e si renda conto che la sua mente è solo un metro di misura illusorio che gli permette di credere di avanzare verso la conoscenza.

L’essere sovramentale comincia a vedere l’illusione di questa mentalità inferiore dentro di sé. Ed è da questa percezione che inizia a realizzare cose che sono ancora impossibili per l’essere mentale. La sovramente è imperfetta quanto l’anima della persona che abita. Ed è proprio questa condizione che rende così penoso il passaggio dalla sovramente alla supermente. Nell’essere sovramentale, l’anima non possiede ancora il pieno potere. Questo limita la sua influenza e permette all’ego di invocare le sue tendenze naturali, impedendo all’anima di avere un controllo totale su di lui. Da qui una certa forma di incoscienza nell’intelligenza, e un certo limite di comprensione, anche se l’ego desidera essere supermentale.

L’ego è così forte in se stesso a causa delle sue emozioni che, anche allo stadio sovramentale, non sente ancora a sufficienza l’energia dell’anima o dell’essere psichico al suo interno. L’essere supermentale, invece, è talmente impregnato dell’essere psichico che non può vivere senza, cioè al di fuori di questa coscienza permanente e immutabile. Il tempo per lui cessa, perché il suo ego non è più in grado di giustificare alcunché, a livello delle sue emozioni, nemmeno l’atto emotivo più normale, come l’amore dell’uomo per la donna, secondo il sentimento umano soggettivo di quest’amore.

Mentre l’essere supermentale ha lo sguardo rivolto solo a un avvenire in cui l’uomo sarà quello che è, l’essere sovramentale deve ancora guardare a un futuro in cui lui stesso sarà supermentale.

Per l’essere mentale incosciente, il mondo materiale è un piano di vita in cui la materia offre le possibilità di esperienze soggette a rafforzare l’ego, a lusingarlo o a farlo piangere. Per l’essere sovramentale inizia a definirsi una divisione tra la sua visione della vita passata e della vita presente, la quale inizia a definirsi secondo una modalità di intelligenza diversa da quella razionale, che non è ancora capace di discernere perfettamente ma che, tuttavia, gli sembra reale.

L’essere supermentale, invece, vive solo nell’intelligenza pura, cioè nella comprensione dei limiti della materia da ogni punto di vista, e vede il valore della vita umana solo nel contesto della padronanza delle leggi della natura. Qualunque sia il valore materiale della vita, egli non può attribuirle altra importanza se non quella di cui conosce la reale grandezza, cioè la discesa dello spirito nella materia, così che la materia obbedisca alle leggi dell’uomo divenuto perfetto.

L’essere sovramentale deve ancora obbedire a certi istinti in lui naturali, come la paura, il dolore della sofferenza morale, l’insoddisfazione verso se stesso. Questo lo fa soffrire perché collega le sue esperienze alla sua emozione e comincia a vedere fino a che punto l’emozione gioca un ruolo importante nella sua vita. D’altra parte, si rende conto che sta avanzando verso qualcosa che è ancora troppo intangibile, ma l’anima, l’essere psichico, è lì, si fa sentire sempre di più, così che a un certo punto l’essere sovramentale si sente bene. Ma non abbastanza bene da non dover sentirsi bene. C’è ancora in lui il desiderio di sentirsi bene, e questo desiderio deriva dalla crescente insoddisfazione che prova per la vita vissuta sulla Terra, benché lui stesso cominci a liberarsene internamente.

L’essere supermentale vede e conosce la vita come è sulla Terra. Ed è solo dall’interno che vive, cioè che si nutre, essendo l’esterno solo una condizione che è disposto a vivere per il bisogno di una causa o di un’altra, ma non è più la vita della Terra materiale che lo riempie. È lui che dà alla vita materiale il colore di cui essa ha bisogno, per consentirgli di agire creativamente su questo piano per il quale non ha alcun appetito astrale.

Per lui la vita materiale è lì e deve viverla secondo le leggi del suo proprio spirito. Quindi non ne soffre se non deve soffrirne. Ma per lui le domande sulla vita non esistono più, perché ha immediatamente le risposte se dirige lo sguardo verso l’infinito dell’intelligenza supermentale dentro di sé. Non cerca più di adattarsi alla vita, questa deve adattarsi a lui, perché ora egli è padrone della sua vita. E la sua vita è sotto il controllo della sua volontà e sotto lo sguardo della sua intelligenza, ora che l’anima e l’ego sono una cosa sola.

L’essere sovramentale, invece, non ha compreso una delle grandi leggi della vita reale: quella di essere totalmente a sua disposizione. Naturalmente l’ego è ancora presente, vuole comandare e razionalizzare di tanto in tanto, ed è qui, a questo punto, che l’essere sovramentale è estraneo all’essere supermentale. In quest’ultimo, l’anima, con la sua presenza, fa sapere e il messaggio viene ricevuto dall’ego, che si armonizza istantaneamente col desiderio dell’anima.

Nell’essere sovramentale l’anima non può collegarsi così perfettamente con l’ego. Deve aspettare e metterlo alla prova per fargli alzare lo sguardo verso di lei e fargli capire, una volta per tutte, che solo lei comprende perfettamente la sua vita e la sua evoluzione.

Ma l’ego dell’essere sovramentale non è sufficientemente legato all’anima, alla sua vibrazione, per cui la sua attenzione è costantemente diminuita dall’emotività e dal pensiero che s’inquieta. E quando il pensiero s’inquieta, diminuisce d’intelligenza e l’uomo soffre della sua condizione.

L’energia dell’anima non può più nutrire di potenza la mente dell’uomo e il ponte tra il sovramentale e il supermentale sembra lungo e difficile, se non irraggiungibile. Lungo, lo è, perché l’uomo ha servito per troppo tempo le forze dell’ego; è lungo perché l’uomo ha perso contatto con se stesso; è lungo perché l’uomo è un essere dominato ma che non domina. Non appena ha l’opportunità di dominare l’illusione che lo paralizza, teme, dubita, si interroga. La sua vita è così lontana dal reale che non osa immaginare che solo lui può trasformarla, darle una direzione, darle un colore.
La distanza tra l’essere supermentale e l’essere sovramentale si calcola in base al chilometraggio emotivo di quest’ultimo. È attraverso l’emozione che si calcola la distanza tra l’intelligenza pura e la crescente intelligenza dell’essere sovramentale. Ecco perché quest’ultimo non può comprendere perfettamente la dimensione dell’essere supermentale, anche se quest’ultimo gli parla perfettamente.

È solo nel suo viaggio attraverso la foresta delle sue emozioni, delle sue illusioni, dei suoi pensieri ancora soggettivi, che capirà che l’essere supermentale lo sta osservando da lontano e sa se sta avanzando nella stessa direzione o se si sta fermando da qualche parte tra l’intelligenza pura e l’intelligenza in crescita, ma non completamente sperimentata.

L’essere sovramentale è d’accordo con se stesso su molte delle cose che sente. Ma non comprende ancora appieno le leggi dell’anima e, per questo motivo, le leggi della vita reale. Si lascia ancora trasportare da una miriade di impressioni create dall’anima ma fraintese dall’ego per la sua evoluzione. Impressioni che non può ancora completamente evitare a livello di esperienza, perché deve ancora trasformare il suo essere soggettivo e renderlo perfettamente in ascolto di se stesso, cioè, e questo è importante, in ascolto del vero se stesso, quello che gli impedisce di soffrire per ciò che è esterno a sé.

L’essere sovramentale, nella sua devozione alla propria evoluzione, non si rende conto che sta già evolvendo e che ciò che deve scoprire non è la linea della sua evoluzione, ma la sua vita reale, che sovrasta l’evoluzione e la rende grande e bella. L’essere sovramentale si preoccupa troppo della sua evoluzione; questo deriva dal grande sentimento spirituale che lo anima e che fa parte del movimento dell’anima dentro di lui che cerca di avvicinarglisi.

Ma l’essere sovramentale deve crescere in intelligenza, oltre la grande saggezza spirituale, per poter completare sul piano materiale ciò che l’anima può solo iniziare sul proprio piano: l’equilibrio tra il vero e il falso. Finché c’è troppo vero e falso nella vita dell’essere sovramentale, egli tende ad affidarsi o a diffidare di questa dualità, il che ritarda la sua evoluzione verso la supermente. L’essere supermentale, infatti, deve essere totalmente libero dal vero e dal falso, per poter vedere l’utilità dell’uno o dell’altro nel lavoro dell’anima sui suoi centri d’energia.

La grande prova dell’essere sovramentale è proprio questa libera ascesa verso le alte regioni dell’intelligenza supermentale, dove il vero e il falso non hanno più alcun potere su di lui, perché non hanno più alcuna forma. Come l’essere mentale è prigioniero di questa dualità, riducendo così il potere della sua intelligenza, così l’essere sovramentale ne è preoccupato e turbato, così l’essere supermentale ne è libero.

Il progresso da un piano inferiore ha bisogno sempre di uno shock vibratorio da parte dell’anima che abita l’uomo. Eppure questo shock non è sempre compreso, perché l’ambiguità dell’intelligenza sovramentale è ancora troppo presente perché egli possa essere proiettato nella solitudine del suo vero io.

L’uomo di domani, quello che vivrà la vita cosciente sulla Terra, sarà padrone della natura, perché avrà compreso le leggi dello spirito, le leggi della vita e della morte. Questo essere sarà supermentale e dominerà dall’alto della sua coscienza tutto ciò che è inferiore a lui. Ecco perché il passaggio dall’essere sovramentale all’essere supermentale è una condizione dell’immortalità. E questa condizione è stabilita per lui solo dall’anima, e non da qualche sogno che lui possa avere riguardo a un contatto ravvicinato con gli extraterrestri, come alcuni sembrano voler credere.
Il ruolo degli esseri esterni in relazione al pianeta Terra è governato dal reggente di questo pianeta, e tutti coloro che graviteranno verso la supermente faranno parte di questa alleanza tra l’uomo della Terra e coloro che vengono da altrove. Ma la condizione resta sempre la coscienza supermentale. L’essere sovramentale è solo l’abbozzo avanzato dell’essere supermentale, ma questo abbozzo deve definirsi, e può essere definito solo in lui e da lui.

Molti esseri sovramentali percorrono i sentieri solitari della Terra, ma pochi usciranno da questi sentieri di esperienza per comprendere la finalità di questa esperienza. Ogni esperienza viene vissuta solo al di fuori della supermente. All’interno di quell’intelligenza, non c’è che luce e fuoco, intelligenza e volontà. L’esperienza non c’è più, perché è stata elevata al livello della vita reale, cioè è senza condizione, passata o futura.

Come l’essere supermentale vive nel presente della sua vita, così l’essere sovramentale vive nel presente della sua esperienza: un giorno uscirà dal presente dell’esperienza e vivrà solo il presente della vita. Finché l’essere sovramentale ha bisogno di esperienze per comprendere, non è ancora nella vita cosciente. Dovrà vivere l’esperienza fino al giorno in cui questa non sarà più necessaria, perché egli saprà comprendere nell’istantaneità la natura di ogni azione compiuta.

L’effetto psicologico dell’essere sovramentale sull’essere mentale serve spesso a separare i due, in modo che l’essere sovramentale possa evolvere con meno ostacoli. Questa separazione è importante perché impedisce all’essere sovramentale di fare affidamento sul passato, per avanzare sempre più saldamente verso il presente in cui la vecchia vita si dissocia in lui dalla nuova vita che comincia a emergere. Questa divisione è spesso dolorosa all’inizio, perché lascia segni profondi nell’emozione, ma questi segni sono solo in superficie e scompariranno col tempo.

L’essere supermentale non soffre di queste ferite perché non ha alcun legame con l’uomo mentale. Il suo unico amico è in verità l’essere sovramentale, e anche in questo caso, scorgiamo in lui un tipo di individualità così profonda che anche il suo amico, l’essere sovramentale, non può offrirgli l’amicizia che potrebbe nutrirlo, perché non è sufficientemente distaccato dal passato delle sue emozioni e dei suoi sentimenti, per quanto alta sia la loro qualità. In altre parole, tutti gli esseri umani sono estranei alla coscienza supermentale finché non sono completamente in essa.

Quando l’uomo entra nella mente pura, la supermente, il potere della luce è tale da fargli violare le leggi della mente inferiore, perché queste leggi sono solo disposte a diminuire il potere dell’uomo sulla natura. Mentre la legge della luce, la legge dell’intelligenza pura, si impone alla natura inferiore per elevarne la vibrazione.
La legge unica della supermente corrisponde al potere dell’uomo sull’intero dominio materiale che serve all’evoluzione delle forme che evolvono nel tempo. Appena l’uomo ha superato a sufficienza le illusioni delle sue emozioni soggettive, comincia a rendersi conto che la supermente può essere vissuta solo nella perfetta armonia fra l’uomo e l’uomo, o l’uomo e la materia, altrimenti l’energia in lui fa esplodere la materia e la sottomette alla sua volontà intelligente e totalmente centrica.

Non è facile per l’essere mentale comprendere l’essere sovramentale, perché le categorie di pensiero diventano sempre più sproporzionate man mano che l’uno diventa l’altro. Lo stesso vale per l’essere sovramentale rispetto all’essere supermentale. Quest’ultimo è totalmente governato dalla luce, per cui tutte le forze inferiori non hanno alcun potere su di lui.

Sebbene l’essere sovramentale comprenda gli aspetti di questa realtà secondo il suo proprio modo di intelligenza e di volontà crescente, possiede in sé ancora troppe nozioni spirituali incoscienti, nozioni d’amore incoscienti, perché questa energia che chiamiamo “coscienza cosmica” possa realizzarsi perfettamente. Ma il tempo trasforma tutto, e l’essere sovramentale avanza al suo proprio ritmo e si accorge, col tempo, che il conflitto tra lui e l’uomo o la materia potrà essere eliminato solo quando l’essere sovramentale avrà superato completamente i limiti imposti dalle sue emozioni alla sua intelligenza.

Questo superamento può avvenire solo nel conflitto tra l’uomo in crescita e l’uomo incosciente e la materia. Gli eventi della vita sono l’espressione più perfetta di questo conflitto, ed è nel contesto di questi eventi che l’essere sovramentale supera ciò che prima lo aveva incatenato e aveva creato in lui il problema esistenziale dell’identità.

Finché un essere umano soffre d’identità di fronte a se stesso, non è ancora nella luce, perché la sua intelligenza è ancora troppo indebolita dal suo intelletto e la sua volontà troppo indebolita dalle sue paure ed emozioni. Basta osservare la natura di qualsiasi emozione per scoprire che ogni emozione genera una vibrazione di paura, in condizioni specifiche. Esempio: l’emozione dell’amore genera la paura di perdere quest’amore, l’emozione di carità genera la paura di non essere generosi, l’emozione di castità genera la paura di non essere puri, eccetera eccetera. Qualsiasi emozione, per quanto buona possa apparire in superficie, genera nell’uomo una vibrazione di paura, che si traduce nell’uomo in un problema di identità.

Ecco perché solo l’intelligenza pura genera la volontà, che distrugge, in qualsiasi azione, l’emozione che genera la paura. Si noti che la paura è dovuta molto più all’impotenza dell’intelligenza e della volontà che all’intelletto che la razionalizza. Possiamo razionalizzare tutto senza sapere che stiamo razionalizzando, perché non siamo nell’intelligenza pura e la volontà.

Mentre l’essere mentale attribuisce tutto nella vita a forze biologiche o spirituali, a seconda che sia credente o meno, l’essere sovramentale vede sempre più l’influenza delle forze dell’anima sulla sua vita e col tempo diventa consapevole del loro potere direttivo. L’essere supermentale, invece, vive coscientemente di questa forza e ne ha appreso i segreti. Ha imparato i suoi modi di espressione, e la sua intelligenza e volontà sono il risultato di questa acuta presa di coscienza che lo ha reso un essere totalmente creativo nelle sue possibilità, nella sua personalità, e totalmente volontario nel suo ego.

L’essere supermentale ha superato i limiti imposti dall’energia dell’anima. Ha reciso, frantumato senza pietà i legami con l’emozione che l’energia genera quando passa attraverso la parte inferiore dell’uomo, il corpo astrale. Di conseguenza, l’uomo vive solo d’intelligenza e di volontà finché è nella materia, al fine di respingere il muro che separa la vita reale da quella irreale, la vita creativa da quella sottomessa.

L’uomo cosciente non può essere sottomesso, deve essere libero. Non può essere sottomesso né alle sue emozioni né alla sua anima. Deve trasmutare le sue emozioni e usare l’energia dell’anima. Ed è solo attraverso la trasmutazione dell’astrale che egli diventa libero e può controllare le forze dell’anima e metterle al suo servizio.
Una delle più grandi rivelazioni che l’uomo supermentale conosce davanti alla potenza della luce è questa: la vita deve essere al servizio di chi la vive. Finché non è al suo servizio, lui non è nella vita, ma fa esperienza della vita. E finché l’uomo sperimenta la vita, non l’ha compresa. Da qui le sue sofferenze, la sua tristezza. La relazione crescente tra l’essere sovramentale e l’essere supermentale dipende solo dalla sofferenza del primo in base all’entità delle sue illusioni, e dall’assenza di sofferenza del secondo in base alla sua perfetta comprensione.

Ma l’essere supermentale può solo istruire l’essere sovramentale attraverso la sua scienza, così che quest’ultimo può ricorrere solo al risultato finale della legge planetaria sui suoi corpi. L’uomo è perfetto nel suo stato materiale; deve diventare perfetto nel suo stato emotivo e nella sua mente. Questa è la legge dell’evoluzione, e questa legge è la legge della luce, cioè dell’evoluzione. Ma la luce stessa può generare la legge solo quando l’uomo è pronto a realizzarla. Ecco perché la legge è per l’intelligenza supermentale ciò che la luce è per lo spirito.

Chi lo dice meglio di colui che sta bene nella vita, perché sta bene in ciò che dice, e quello che dice è bene, perché ciò che fa è bene? Chi lo dice meglio di colui che sa che ciò che dice e ciò che fa è buono, non perché è buono, ma perché è buono quando lo fa e lo dice? Non si può essere buoni e non dire o fare ciò che è buono, perché il bene genera il bene. Ma dobbiamo conoscere il vero bene dal falso bene, per vivere del vero bene, che non è né vero né falso.

L’essere sovramentale comincia a comprendere le sfumature del reale che si sovrappongono al vero del reale e al bene del reale. E si accorge che tutto viene compreso sempre più chiaramente, senza potersi comprendere chiaramente. Questa comprensione non è più della sua mente, ma di quella parte di lui che è supermentale ma non pienamente sviluppata. Si rende conto che il mistero del vero e del falso è una trappola creata dall’ego per darsi l’impressione mentale di essere intelligente, mentre in realtà non lo è, ma si trova in un compartimento dell’intelligenza all’interno del quale è prigioniero.

L’essere sovramentale può facilmente accedere alla comprensione delle proprie emozioni, perché ha già il vantaggio, rispetto all’essere mentale, di sapere ciò che sa. Ma non ha ancora la perfezione nella sua intelligenza, perché le sue emozioni sono ancora presenti e forti, ma può almeno rendersi conto di non essere più l’essere mentale che era, di non essere più legato al passato dei suoi vecchi desideri, di non essere più davanti allo specchio dell’antico se stesso, ma davanti allo specchio di un se stesso di cui non conosce ancora tutti i contorni.

Ora gli è più facile distaccarsi, per sentirsi più libero di vivere più semplicemente, per diminuire il potere del desiderio soggettivo in lui. Alla fine l’essere sovramentale avanza davanti l’antico se stesso, non lo guarda quasi più, perché perde a poco a poco il ricordo del suo volto. Questo è un segno che l’essere umano sta entrando nella sua propria energia e inizia a far vibrare questa energia, in modo che gli porti quello che ha sempre voluto: la libertà.

L’essere sovramentale non brama più le alte cime della spiritualità, perché ora vede i bassifondi nascosti dove si nutrono tutte le possibili forme di emozione. Comincia ora a stare in piedi sulle proprie gambe, perché ha sentito dentro di sé quella piccola cosa chiamata se stesso. Ed è da questa percezione, da questo piccolo e crescente sé, che scopre gradualmente di essere intelligente, di andare verso l’intelligenza e che l’intelligenza entra in lui man mano ch’egli va verso di essa, perché essa si scopre a lui, dopo tale o tale esperienza. Vede chiaramente che essa non gli si rivela attraverso l’intelletto, ma a modo suo, per vibrazione, secondo l’esperienza.

L’essere sovramentale non è più un uomo in cui non accade nulla. In effetti, c’è sempre qualcosa, da qualche parte dentro di lui, che accade, che penetra e fa sentire la sua presenza. L’essere sovramentale non è più solo, perché di giorno in giorno incontra il suo sé sempre più reale, che si fa sentire o gli parla. Mentre tutto questo avviene nella vita dell’essere sovramentale, il suo vecchio amico, l’essere mentale, si allontana, perché non lo capisce più, e l’essere sovramentale è soddisfatto, perché è così che deve essere. Ma non è completamente soddisfatto, perché ha ancora dell’emozione che di tanto in tanto lo ricollega al passato.

E i tre esseri umani, mentale, sovramentale e supermentale, si distinguono sempre di più, perché devono sempre più vivere la loro vita: il primo, nel mondo delle sue illusioni, il secondo, tra il mondo del primo e dell’ultimo, e l’ultimo in pace, solo nella sua coscienza, ma da qualche parte tra gli uomini.

Quando l’uomo comincia a sentirsi diverso dagli uomini, perché sa di essere diverso, perché sente ciò che sa e sa ciò che sente, è sovramentale. E da lì deve avanzare da solo, sempre di più, in modo da non costruire dentro di sé un ponte fatto di pietra altrui, ma del suo proprio materiale. Più avanza, più il ponte viene costruito. E verrà il giorno in cui saprà perfettamente dove porta questo ponte, ma mentre è sul ponte la vista si allarga, perché il ponte, come tutti i ponti, porta da qualche parte. Ma questo ponte è diverso, perché questa volta è lui a costruirlo. E’ lui che ne conosce i punti forti e i punti deboli. E man mano che avanza, lo rinforza.

Un giorno il ponte sarà attraversato e l’essere sovramentale avrà compreso che lì dove mette piede è una nuova Terra, una nuova vita che l’uomo mentale non può conoscere, perché lìnulla è un’illusione, né la vita né la morte, tutto è reale. E il reale non si distingue più dalla vita: è perfettamente integrato. Si adatta a tutto, perché tutto si adatta ad esso.

L’essere sovramentale parla sempre di più con altri esseri della stessa natura. Ma la loro conversazione non è ancora perfetta, perché non sono ancora nella supermente. Hanno ancora bisogno di essere confortati, confermati, rassicurati; non possono ancora vivere di nulla, perché sono ancora qualcosa. E quando si incontrano, vogliono ancora qualcosa che ricordi loro che sono davvero ciò che sentono di essere, e questo crea loro una piccola sofferenza, un piccolo richiamo.

Ma il tempo passa e un giorno non soffrono più del piccolo richiamo, perché non pensano più per niente, non soffrono più per niente e non hanno più bisogno di nutrirsi degli altri intorno a loro. Il silenzio scende su di loro e si riposano, perché hanno avanzato a lungo e hanno bisogno di riposo e di calma, perché la battaglia sta per finire. Finalmente il riposo del guerriero, il riposo dell’essere supermentale.

Finché l’uomo vuole decidere il suo destino, non può conoscerlo. Ma non appena leva le mani verso la vita che è in lui, l’intelligenza che è in lui, e impara a lasciarla filtrare attraverso di sé, vede bene che il suo destino è scritto a chiare lettere sul muro della sua intelligenza. E da quel momento le sue vibrazioni, le sue energie, si ricostituiscono affinché un giorno possa conoscere il mondo parallelo. Ma appena pensa a questo mondo, qualcosa dentro di lui gli ricorda i limiti della sua visione e si installa una tristezza, ed eccolo ritornato un poco all’essere che era prima, incredulo di se stesso, incredulo del potere di vita nell’uomo, incredulo … Punto, fine.

E il giorno dopo ricomincia ad andare avanti, ma il giorno dopo tornerà il dubbio, perché all’essere sovramentale è dato di sentire, ma non di sapere perfettamente ciò che sente. E questa è la sua sofferenza fino al giorno in cui saprà. E quando sa, non si preoccupa più di dirlo, perché ha già sofferto troppo per saperlo. Nasconde ciò che sa nel riposo della sua mente e trasmette ciò che sa solo per nutrire i pochi esseri che hanno il diritto di imparare qualcosa, perché sono già grandi. Ma la sua sofferenza è tale, la sua fatica è tale, che non può parlare troppo perché sa troppo bene che ciò che dirà servirà solo a mettere in moto una ruota che deve scoprire il suo proprio percorso.

Quando l’essere sovramentale è diventato supermentale, guarda dietro a sé e non vede più niente, perché la sua memoria non contiene più l’emozione del passato, ma serve solo ad alimentare nel presente ciò che deve essere alimentato. Lui stesso non ne ha più bisogno perché non deve più imparare dalla vita: la conosce.

La distinzione tra questi tre esseri serve a far comprendere la progressione della vita e a far realizzare che tutto ciò che è sarà diverso domani, in modo che chi deve vivere domani sia preparato. Un nuovo ciclo genera una nuova istruzione, e coloro che vivono da soli possono vivere solo di ciò che è reale. Perché è di questo cibo che vivranno il resto della loro vita, prima di passare a spazi più liberi, più gloriosi.
La pena della vita è una pena di morte; la gioia della vita è l’immortalità. La più grande scoperta dell’essere sovramentale è realizzare fino a che punto era ignorante. E la sua più grande perdita di energia è occuparsi eccessivamente di ciò che sarà domani.

 

domenica 3 agosto 2025

IL PROGRAMMA DELLE FORZE OCCULTE


 

Allora continuo sempre con lo stesso argomento, l’evoluzione della coscienza evoluzionaria, e voglio esaminare con voi la relazione tra la coscienza e il controllo che l’uomo deve avere sulla sua vita. La coscienza senza controllo è una forma di possessione. La coscienza senza controllo è una forma di possessione!

Intendo dire con questo che la vita nel suo complesso, soprattutto quando l’uomo è cosciente dei piani occulti, la vita nel suo complesso è l’oggetto di una programmazione, e questa programmazione è molto rigida. In certi individui è molto forte e l’apertura del canale tra il piano materiale e i piani superiori, nella misura in cui l’uomo non ha il controllo sulla sua vita o non sa come darselo, risulta alla fine da una forma sottile di possessione.

Ciò che intendo per possessione, ciò che chiamo “possessione”, è una forma cosciente o semi-cosciente di relazione o di risveglio tra il piano materiale e i piani sottili. E questa forma di semi-relazione o di semi-possessione tra il piano materiale e il piano sottile crea nell’uomo un livello di stress psichico che può essere estremamente faticoso sul piano della personalità, sul piano dell’ego, e portare, nel corso della sua esperienza planetaria, a una forma di iniziazione che non ha termine, che non ha fine.

Quindi, quando parliamo di coscienza, o almeno quando io parlo di coscienza, non posso parlare di coscienza semplicemente in un senso idealista, formalista o filosofico del termine. Per me la coscienza non è un aspetto sine qua non [indispensabile] della vita materiale. Essere coscienti è una cosa, essere coscienti è interessante perché ci dà accesso ad altri aspetti dell’esperienza, ma la coscienza senza controllo è un po’ come una barca senza timone sulle onde.

E per quanto mi riguarda, la coscienza senza controllo è una forma di spiritualità. In altre parole, è una forma di energia che non è stata integrata dall’ego e che alla fine, a breve o a lungo termine, renderà la vita dell’uomo estremamente difficile, lo impoverirà a livello materiale, renderà la sua vita materiale forse un inferno, se alla fine non riuscirà a rivoltare la pietra e a integrare questa energia, cioè a sviluppare un controllo sufficientemente grande da permettergli di stabilizzare finalmente la sua relazione con i piani e richiudere il canale.

È molto, molto difficile per le persone spirituali, per le persone in via di evoluzione di coscienza, immaginare che il canale si apra o debba essere aperto per accedere a certe connessioni, a certe conoscenze, ma che un giorno il canale debba essere richiuso. Quando siamo spirituali, tendiamo a pensare che il canale debba essere aperto e rimanere aperto, e più è aperto, meglio è: non è così! E l’uomo lo scoprirà a sue spese.

Non è perché il canale si chiude che l’uomo perde la coscienza. Ma quando il canale si chiude – e l’uomo è in grado di chiuderlo di nuovo perché ha un po’ di controllo sulla sua vita – allora l’uomo comincia ad avere un po’ più di pace nella sua vita, nel suo spirito, e alla fine sul piano materiale può riprendere il controllo della sua esistenza che perde temporaneamente in un processo di iniziazione solare.

Quindi, idealizzare la coscienza, come è così facile fare, si rivela o si rivelerà un’esperienza difficile per l’uomo, e alla fine lo porterà a sviluppare una maggiore carenza di energia negativa, che egli ha messo da parte durante il suo sviluppo o durante il suo percorso verso la coscienza spirituale. Il problema di un essere cosciente che non ha integrato la sua energia è che non ha abbastanza energia negativa.

Molti esseri hanno molta energia positiva e troppa energia positiva non va bene, perché non permette di proteggervi dai piani, dalla programmazione, dalle forze occulte che sono alla base dell’esistenza planetaria. Quindi sono totalmente contrario a un’eccessiva coscienza spirituale che si abbevera a dismisura di energia positiva. Inoltre, le persone che hanno troppa energia positiva sono persone squilibrate, non è normale avere troppa energia positiva.

La vita è fatta di energia positiva e di energia negativa, e deve esserci un equilibrio tra le due. Quindi l’energia negativa vi permetterà, permetterà all’uomo di sviluppare il controllo sugli aspetti occulti della sua coscienza, mentre l’energia positiva permetterà l’apertura del canale, ed è questo che l’uomo deve comprendere e realizzare.

L’energia positiva apre il canale, quella negativa lo richiuderà. Se non avete energia negativa, se non avete abbastanza energia negativa, non riuscirete a richiudere il canale e l’uomo rimarrà un essere risvegliato a piani superiori, ma estremamente paralizzato da quelle forze che possono essere estremamente potenti e molto dominatrici.

Inoltre, il principio del dominio, se lo sviluppiamo nell’ambito di un’esperienza più avanzata, il principio di dominazione, è l’impedimento, l’impedimento, da parte dei piani, che ogni uomo sperimenta sul piano materiale, quando vuole vivere, vuole darsi una direzione, e si scopre o si vede costretto a prendere un’altra direzione per motivi di programmazione.

E questo fa parte dell’esperienza dell’uomo, fa parte dell’esperienza dell’anima, fa parte del processo di integrazione che l’uomo deve arrivare a definire, a finalizzare, per poter finalmente, a un certo punto del corso della sua esperienza, arrivare ad avere una grande pace mentale e cominciare finalmente a godersi la vita. Altrimenti, l’uomo non si gode la vita, perché è sempre più spintonato da forze di cui non conosce l’agenda.

Quindi l’idealizzazione delle forze occulte – che un po’ fa parte dell’incoscienza spirituale del mondo occidentale e del mondo orientale – sarà per l’uomo avanzato di domani un tallone d’Achille che egli dovrà alla fine proteggere per difendersi dalle forze di vita che sono totalmente anti-uomo, nel senso che l’uomo può delimitare queste forze di vita. Al di fuori della materia non c’è … Tutto ciò che è al di fuori della vita materiale, tutto ciò che non è incarnato, tutto ciò che non è incorporato in un corpo materiale, tutto ciò che vive secondo altre leggi, tutto ciò che vive al di fuori dell’esperienza umana, ha un programma rispetto all’uomo.

In altre parole, il mondo degli spiriti, il mondo delle forze occulte, chiamatelo come volete, qualunque sia la denominazione, la cosmogonia, la qualità universale, il simbolismo, la metafisica dei mondi paralleli, la realtà dei mondi paralleli in relazione ai quali l’uomo funziona sul piano materiale, tutti questi mondi sono tecnicamente anti-uomo, nel senso che non partecipano egoicamente alla vita materiale.

E quando non si partecipa egoicamente alla vita materiale e si è in relazione con la vita materiale, allora l’essere sul piano materiale, l’anima incarnata, dunque l’uomo, è soggetto a subire, a un livello o a un altro, una forma di sconfitta rispetto alle forze occulte. E questo fa parte di quello che chiamiamo « l’iniziazione solare ». Ciò è necessario, dà all’uomo dei punti di vista estremamente avanzati riguardo ai mondi paralleli, il mondo della morte, i mondi moronziali e tutto questo.

Ma ciò non ha nulla a che fare con la sua esperienza tecnicamente materiale, cioè quella che il suo ego chiama vita terrena. Quindi l’idealizzazione o la spiritualizzazione di qualsiasi forma di coscienza – che fa parte del dialogo interiore dell’uomo occidentale come dell’uomo orientale – alla fine sarà scoperta e realizzata, dall’uomo un po’ più cosciente, come una deformazione del legame occulto tra il piano dell’uomo e il piano dello Spirito. Questa deformazione servirà all’uomo come esperienza e alla fine dovrà essere modificata perché l’uomo dovrà un giorno essere libero.

Essere libero non è semplicemente uno stato mentale che permette all’uomo di capire la vita materiale, di capire le persone, di capire la nostra società. Essere libero non significa semplicemente essere libero riguardo alla società o ai suoi concetti, alle sue strutture o alle sue ideologie, ma essere libero significa anche, e soprattutto, essere libero dal mondo degli spiriti.

E l’uomo non può essere libero dal mondo degli spiriti se è minimamente spirituale, cioè se è minimamente legato ad essi da una vibrazione che non riesce a controllare perché non è sufficientemente intelligente della programmazione in cui è stato immerso per la sua evoluzione come anima incarnata sulla Terra. Il pianeta è una scuola, la vita è un’esperienza a volte piacevole, a volte spiacevole, ma quando l’uomo diventa cosciente dei piani occulti, la vita è sempre spiacevole.

La vita è sempre spiacevole quando l’uomo è in contatto coi piani occulti. E più l’uomo sarà in contatto coi piani occulti, più se ne renderà conto, perché a un certo punto della sua evoluzione, quando avrà messo fine al suo desiderio spirituale e avrà finalmente formato un legame con queste forze, un legame sufficientemente chiaro da permettergli di comprenderne l’altra faccia, l’uomo si renderà conto che le forze occulte sono fondamentalmente anti-uomo e che l’unico aspetto della coscienza umana che valga la pena di essere vissuto su un pianeta sperimentale è la distruzione del suo legame con esse come canale. L’uomo deve distruggere il canale che ha aperto per diventare consapevole delle forze occulte.

Se mantiene il canale aperto perché è spirituale, a quel punto vivrà un’iniziazione solare che può durare anni e che metterà finalmente fine alla sua libera esistenza sulla Terra, perché egli sarà, in un certo senso, un essere posseduto dalle forze occulte che servono ad eseguire il suo piano materiale in funzione del suo legame universale sulla Terra.

E se osservate le persone che sono minimamente in evoluzione di coscienza, le persone che sono minimamente distaccate dal piano materiale, che tendono a idealizzare l’occulto o che tendono a spiritualizzare il loro legame con l’occulto, vedrete che queste persone hanno vite che sono influenzate dai piani: hanno difficoltà a incarnarsi, a “radicarsi”, come si dice, hanno difficoltà con la materia, hanno difficoltà con le persone, non riescono a conformarsi, in una società come la nostra, a protocolli che sono necessari se si vuole vivere una vita normale.

E questi uomini e queste donne, nella nostra esperienza con loro, scopriamo che sono, in un certo senso, squilibrati, che non sono capaci, per un motivo o per l’altro, di realizzare, per salvare le apparenze, una psicologia che porterebbe loro una certa tranquillità. Sono estremamente sensibili internamente e trovano molto difficile relazionarsi con il mondo materiale, il mondo sociale, la società come è oggi. E alla fine ne soffrono, perché si tagliano fuori dalla società e alla fine perdono la loro capacità di funzionare in un mondo che è tecnicamente umano, anche se non è molto avanzato.

La società umana non è una “Shangri-La”, non lo è mai stata e non lo sarà mai. E l’uomo che cerca la “Shangri-La” nella società umana perde tempo. Questo fa parte della sua coscienza spirituale, può anche far parte dell’apertura del suo canale coi piani. E alla fine questo diventerà il suo tallone d’Achille, perché l’uomo deve tornare nel mondo ma con una coscienza che gli permetta di proteggersi e allo stesso tempo risolversi, in modo da poter essere libero dalle forze occulte.

Voglio esaminare con voi la coscienza delle forze occulte o dei piani occulti, così come l’ho nella mia esperienza. Le forze occulte sono forze, anche se sono forze occulte molto evolute, molto avanzate sui piani, le forze occulte sono forze che hanno un programma molto preciso, e questo programma è fondersi con l’uomo. Le forze occulte, le forze sistemiche vogliono fondersi con l’uomo durante l’evoluzione della specie umana.

Che questo prenda duemila anni, quindicimila anni, trentamila anni, settantacinquemila anni, non ha importanza, il tempo per loro fa parte della loro dimensione, e ciò che vedono, ciò che sanno, ciò che vogliono realizzare nel corso dei secoli, non fa necessariamente parte del programma umano. Così, quando l’uomo entra in contatto con queste forze, a un livello o ad un altro, che ne sia ben cosciente o meno, l’uomo viene costantemente violato nella sua capacità di gestire materialmente e naturalmente la sua vita, di gestirla creativamente.

Quindi le forze portano, in relazione alla sua esperienza, ostacoli abominevoli, a seconda del grado o del legame che gli uomini hanno con esse. Nel caso degli iniziati come me, le opposizioni sono abominevoli: anche se alla fine gli iniziati riescono a neutralizzare queste opposizioni, perché hanno una grande coscienza delle leggi occulte, lo spirito si stanca molto, e l’uomo alla fine non vuole più lavorare con le forze, non vuole più accordarsi con esse, perché alla fine arriva a comprendere che le forze occulte, siano esse smaterializzate o siano nell’invisibile, o su un altro piano, hanno sempre un programma di dominio. E il dominio nell’uomo deve essere distrutto nel corso della sua evoluzione, perché è il dominio che impedisce all’uomo di non reincarnarsi più. L’uomo si reincarna a causa del dominio.

Quando l’uomo non sarà più dominabile, cioè quando il suo spirito sarà totalmente libero dai piani sottili, l’uomo avrà una coscienza moronziale e non avrà più bisogno di reincarnarsi sul piano materiale, di incarnarsi sul piano materiale, perché avrà una coscienza universale, cioè avrà una coscienza immortalizzata e non apparterrà più alla razza degli uomini come la conosciamo oggi.

Ma questo è un lungo piano di vita, una lunga programmazione, e sono le forze occulte che sanno, che sono coscienti di queste lunghe programmazioni, l’uomo non lo è, se non ha un legame con loro a un certo livello. D’altra parte, il legame tra l’uomo e i piani, qualunque sia la loro universalità, rimane sempre un legame in cui l’uomo è soggetto ai piani perché nella sua educazione, nella sua memoria, in quanto essere appartenente alla razza degli uomini, alla razza degli “Adamo”, l’uomo vive molto di memoria. Quindi ha una coscienza spirituale che neutralizza la sua intelligenza ad ogni livello della sua esperienza, ad ogni livello della sua esistenza.

La coscienza spirituale dell’uomo neutralizza, paralizza la sua intelligenza perché l’intelligenza dell’uomo deve essere usata per proteggersi dalle forze occulte e non per assecondarle. E quando l’uomo asseconda le forze occulte, consciamente o inconsciamente, a causa della sua spiritualità o di uno stato di coscienza non sufficientemente integrato, l’uomo partecipa all’esperienza dell’anima, quindi è obbligato sul piano umano a soffrire, cioè a partecipare a questo fuoco cosmico che brucia la sua anima e che crea nel suo essere un legame indelebile tra lui e il piano mentale, cioè tra lui e il mondo degli spiriti che non sono incarnati o che non si incarnano come anime, e che fanno parte semplicemente di quegli esseri che sono chiamati “esseri di luce”. Ma per me gli esseri di luce e le entità nell’astrale hanno la stessa equivalenza, nel senso che questi esseri hanno dei programmi.

Tutti gli esseri hanno dei programmi, anche gli aggiustatori di pensiero hanno un programma. E ogni essere che ha un programma riguardo all’uomo, riguardo a un incarnato, beneficia automaticamente di un’ampia scala temporale, mentre l’incarnato non beneficia di questa scala temporale e quindi non può conoscere oggettivamente la relazione tra l’aggiustatore di pensiero e l’uomo su un piano di evoluzione, su un piano di fusione e alla fine su un piano di moronzialità immortale.

Allora dunque, e per questo motivo, l’uomo è obbligato a subire l’esperienza del suo legame con l’aggiustatore di pensiero fino al livello della fusione e infine a morire per ritrovarsi in libera coscienza su un piano moronziale, dove finalmente comprende perfettamente la relazione fra lui e l’aggiustatore di pensiero.

Ma so che per motivi di ridistribuzione di energia e di riorganizzazione politica nei mondi moronziali sistemici o sul piano materiale, gli uomini finiranno per far guerra agli esseri di luce per creare una nuova civiltà nei mondi immateriali della moronzialità, dove gli esseri saranno finalmente liberi nell’incarnazione e dove il terrore dell’incarnazione non esisterà più, perché la quarantena che ha fatto parte dell’esperienza della Terra non farà più parte della quarantena dell’esperienza terrestre sul piano eterico.

E quegli esseri lì lo sanno, tutti loro lo sanno, questa conoscenza è acquisita, è conosciuta, non è necessariamente conosciuta oggi sul piano terrestre perché ci sono pochi uomini oggi sulla Terra che hanno accesso a questi piani di coscienza, a questi archivi.

Ma queste intelligenze sanno che, alla fine, l’uomo farà guerra alle dominazioni che, durante l’involuzione, nel corso di miliardi di anni – migliaia di anni sul nostro pianeta e miliardi di anni nell’universo locale – hanno dominato la coscienza, dominato l’anima, per arrivare finalmente ad unirsi ad esse, a unificarsi con una fusione, che un giorno consentirà agli esseri umani di diventare finalmente gli esseri che detengono un’autorità nel sistema locale, invece di esseri che, come in passato, per migliaia di anni, sono stati asserviti a forze occulte e spirituali di un grande ordine e che, per questo motivo, sono stati ridotti a una forma di incarnazione materiale soggetta a una programmazione molto, molto rigida, che in ultima analisi va contro le leggi cosmiche della libertà.

In altre parole, il principio luciferico che rappresenta la discesa delle forze cosmiche nell’uomo, questo principio luciferico si basa sulle leggi del dominio, e gli esseri del cosmo locale, che siano sul piano astrale o che siano sul piano materiale, sono tutti governati dal dominio, ed è solo l’uomo che un giorno distruggerà il dominio.

E quando il dominio sarà ridotto o eliminato dalla coscienza umana, nel senso che l’uomo non potrà più essere dominato dalle entità degli altri mondi o dall’aldilà, allora l’incarnazione materiale non esisterà più sulla Terra. L’uomo entrerà in una fase di evoluzione jupiteriana e l’uomo creerà un altro livello di civiltà che oggi non fa parte dell’attuale coscienza sistemica, né degli archivi che servono a mantenere un legame tra lui e i piani nel modo dell’esperienza memoriale.

Dunque, è molto importante per l’uomo stabilizzare la sua vita, riprendere il controllo, richiudere il canale. È un po’ come aprire le finestre di casa vostra per prendere un po’ d’aria fresca, ma poi le richiudete. Si apre la finestra, si prende un po’ d’aria, si prende coscienza, ma quando arriva un colpo di vento si richiude la finestra. E l’uomo chiuderà di nuovo la finestra, perché l’uomo non ha bisogno del contatto, non ha bisogno del canale per agire in modo creativo, poiché l’esecuzione creativa dell’uomo a livello mentale è totalmente legata alla sua capacità di riconoscere istantaneamente, comprendere, identificare, decodificare quella che chiamiamo la vibrazione.

Che cos’è una vibrazione? Una vibrazione è una forma di pensiero cosmico che si mette in moto dai piani per creare nella mente umana quello che chiamiamo pensiero, ma un pensiero che non è codificato, che non è simbolizzato, che non appartiene al mondo del pensiero riflesso. È un pensiero che appartiene al mondo mentale, cioè a un mondo in cui l’accesso alla conoscenza è istantaneo, cioè a un mondo in cui la relazione tra l’invisibile e il materiale è molto stretta, con la differenza che l’invisibile non è materializzato, perché l’uomo, finché è incarnato nel piano materiale, deve essere sottratto alle presenze.

Altrimenti, se non fosse sottratto alle presenze, a causa della bellezza delle presenze, sarebbe costretto a morire per mantenere il suo equilibrio. Quindi l’uomo non può vivere in un corpo materiale ed essere in presenza delle presenze perché lo shock sarebbe troppo grande, e automaticamente il suo spirito si libererebbe dal corpo materiale e lui sarebbe costretto a morire, cioè a cambiare piano per trovarsi di fronte a queste presenze in un legame, diciamo di parentela o in un legame sufficientemente sviluppato per poter lavorare con loro.

Quindi, poiché l’uomo non è, o non deve essere, o non può trovarsi di fronte alle presenze durante la sua esperienza materiale, può invece sperimentare la presenza in rapporto a un tasso vibratorio estremamente elevato che si crea nella sua mente, quando avviene l’apertura del canale, soprattutto dal momento in cui è stato reso cosciente della natura del pensiero, dell’origine del pensiero e dei mondi che si occupano di manifestare il pensiero o di crearlo per stabilire un legame psicologico tra il piano materiale e il piano mentale, al fine di dare una coscienza, che sulla Terra si chiama “coscienza egoica” o “coscienza umana”.

Ma una volta che questo lavoro è stato stabilito, stabilizzato, e l’uomo può lavorare, tra parentesi, coscientemente con i piani, cioè identificare per vibrazione la comunicazione che fa parte del suo legame con loro, allora l’uomo diventa sempre più libero e alla fine riconosce che i piani hanno un programma e che questo programma va contro la sua coscienza mortale.

Il programma va contro la sua coscienza mortale! Che cos’è una coscienza mortale? Una coscienza mortale è una coscienza che è costretta, per ragioni cosmiche, per ragioni sistemiche, a non poter identificare la presenza delle presenze. Quando un essere umano è in presenza delle presenze, l’iniziazione non è più possibile per lui, la sofferenza non è più possibile per lui perché ha visto!

Quando un essere umano ha visto, non può più dubitare della sua coscienza, non può più rivisitare con la memoria il mondo della morte, quindi non può avere paura della morte. L’uomo ha una consapevolezza così vasta dell’avvenire, dei mondi, dei campi di coscienza, dei campi di competenza di queste coscienze, che a quel punto è inutile per lui vivere sul piano materiale.

E dal momento in cui è inutile per l’uomo vivere sul piano materiale dopo essere stato portato al cospetto delle presenze, non gli resta che passare alla coscienza moronziale per ritrovare finalmente una posizione sistemica che convenga al suo spirito unificato, cioè al suo spirito unificato con l’anima, quel che chiamiamo “la fusione”.

Quindi viviamo enormemente di illusioni sulla Terra, ci sono molte illusioni. Siamo all’inizio di un’evoluzione spirituale storica, siamo all’inizio di un’evoluzione cosciente, storica. Non saremo mai pienamente consapevoli di questo inizio, di questa evoluzione, perché fa parte di un movimento cosmico. Quindi l’uomo ha una coscienza storica estremamente limitata per quanto riguarda l’agenda dei piani sulla Terra, un po’ come, diciamo, il Nazareno aveva una coscienza estremamente limitata della sua agenda sulla Terra quando viveva duemila anni fa.

Beh, è la stessa cosa per l’uomo cosciente di oggi: ha una coscienza estremamente limitata delle conseguenze di questo movimento di coscienza cosmica sulla Terra, soprattutto con l’evoluzione attuale, a livello di scienza, per quanto riguarda il movimento esponenziale della sua coscienza, l’apertura del centro mentale, lo sviluppo delle nuove architetture della mente, cioè la capacità dell’uomo moderno di abbattere definitivamente il passato per ritrovarsi nel deserto del nuovo, cioè per rinnovare istantaneamente creativamente ogni forma di coscienza di cui ha bisogno per comprendere quelli che chiamiamo i misteri, cioè l’infinità che precede la sua incarnazione.

Dunque c’è molto lavoro, molta evoluzione, ci sono molte esperienze che l’uomo vivrà nel corso dell’evoluzione futura. E oggi, in un tempo estremamente limitato in cui la sua coscienza è in un flusso, cioè in cui la sua coscienza è messa in contatto più o meno integrato con piani cosmici sistemici, l’uomo deve imparare e capire il più rapidamente possibile che l’idealizzazione della coscienza, di ciò che chiamiamo “la coscienza”, a causa dell’apertura dei suoi centri psichici, è un’illusione spirituale, una deformazione della realtà.

E alla fine, questa idealizzazione dovrebbe essere messa completamente da parte, in modo che l’uomo possa infine prendere coscienza dei suoi mezzi, sviluppare una volontà assolutamente formidabile, per quanto riguarda le opposizioni nella vita, e la rottura, la rottura dell’agenda occulta della sua programmazione. Ma l’uomo non ha questa volontà, non ha d’altronde molta volontà.

Tecnicamente l’uomo non ha volontà, fa molti sforzi ma non ha volontà, non sa cosa sia la volontà. E che cos’è la volontà, se la definiamo da un piano un po’ più mentale? La volontà è la capacità di un essere incarnato di sottrarsi, di sottrarsi a qualunque costo, a ogni forma di sofferenza materiale.

La volontà, per un essere cosciente, è quella di sottrarsi, a qualunque costo, a ogni forma di sofferenza creata sulla Terra in relazione alla sua programmazione, in relazione ai piani, in relazione alla fusione, in relazione alla sua coscienza spirituale, in relazione ai dettati spirituali, in relazione ai mondi invisibili. Un uomo che soffre non è ancora nella sua piena volontà.

Questo ci dà dunque un’idea del punto in cui ci troviamo in termini di evoluzione. E sappiate una cosa: la sofferenza di un essere umano è inversamente proporzionale al suo grado di coscienza. Più un essere umano è cosciente, più soffre. Io soffro più di voi e soffrirò sempre più di voi, quindi un essere che dice di non soffrire ha molto poca coscienza.

Quindi la sofferenza fa parte della coscienza dei piani, della coscienza dell’agenda, della coscienza della programmazione e della meta dell’uomo come iniziato, cioè come essere che alla fine incontra queste forze, queste grandi forze che sono alla base della coscienza, dello sviluppo della coscienza, dello sviluppo dell’ego, dell’incarnazione, del movimento dell’anima, dell’esperienza dell’anima, dei karma dell’anima; tutte queste forze, l’uomo alla fine arriva a rendersi conto che sono anti-uomo.

Nessuna forza cosmica sistemica locale è favorevole all’uomo attualmente, NESSUNA! Sia sul piano delle entità astrali, sia sul piano delle entità mentali, non esiste alcuna forza sistemica occulta nel mondo locale che sia pro-uomo, favorevole all’uomo.
Se l’uomo avesse contatto con forze favorevoli all’uomo, nel senso umano del termine – non parlo nel senso cosmico del termine – che ci siano forze cosmiche favorevoli all’uomo in senso cosmico su scala cosmica, sì! Un aggiustatore di pensiero è una forza cosmica, è un’entità cosmica che è pro-umana, che è pro-evoluzione ma con un programma cosmico, che sia un programma di dieci anni, trent’anni, cinquantamila anni, centomila anni.

Ma centomila anni per l’uomo non hanno alcuna conseguenza. E se l’uomo entrasse in contatto con forze cosmiche che non hanno un programma contro l’uomo, nel senso che queste forze lavorerebbero con l’uomo, in relazione alla sua volontà, alla sua coscienza, al suo stato mentale, l’uomo avrebbe un potere tale sulla Terra che la civiltà terrestre come la conosciamo sparirebbe in un batter d’occhio.

Perché? Perché a quel punto l’uomo avrebbe una conoscenza istantanea della scienza, delle malattie, delle epoche, della storia, della politica, della psicologia, della genetica, del nucleare, del fuoco e dei quattro elementi. L’uomo avrebbe una conoscenza istantanea che potrebbe applicare, mentre oggi l’uomo può avere una conoscenza istantanea, ma non può applicarla.

Perché non può applicarla? Perché la civiltà deve continuare ad andare avanti nel suo movimento attuale contemporaneo, perché c’è un numero enorme di anime nel piano astrale che vogliono incarnarsi, per poi arrivare a fondersi nel corso dei secoli. Non è quindi il momento per l’uomo di creare una civiltà a sua misura, questo si farà sul piano moronziale.

Chi pensa che un giorno, sul piano materiale, l’uomo sarà in grado di fare le cose a sua misura, si trova in un’illusione spirituale idealizzata da una memoria di razza che crede nella magia delle sfere. Mi dispiace, ma è così! E guardate nel corso della vostra evoluzione personale, un anno, due anni, tre anni, quattro anni, dieci anni, quindici anni, venti anni, trenta anni, quaranta anni, vedrete che la magia delle sfere, più avanzate nella coscienza, più la magia delle sfere si ritira!

Così chi ha creduto alla magia, chi ha creduto alla Pietra Filosofale, chi ha creduto alla trasformazione del ferro in oro, chi ha creduto all’esoterismo involutivo dell’involuzione, vedrà che a partire da un certo momento, quando l’uomo si coscientizza, i veli astrali si lacerano davanti a lui. E vede e si rende conto che non c’è alcuna relazione fra i piani e la magia ancestrale dell’uomo, cioè la magia astrale, che egli ha sempre preconizzato come parte del suo sviluppo spirituale.

Non ci sarà alcuna magia sulla Terra finché l’uomo non morirà e non passerà in una coscienza morontiale immortalizzata. L’uomo è sulla Terra come studente, è su un pianeta sperimentale, e le forze occulte non si presteranno mai alla sua volontà, perché le forze occulte hanno un programma che supera e sfida, che SFIDA il suo ego spirituale.

Ho più esperienza con i piani occulti di chiunque altro su questo pianeta, che venga dall’Occidente o dall’Oriente, conosco perfettamente i piani. Lavoro contro i piani da una trentina d’anni, ho passato la mia vita a smascherarli perché l’uomo possa imparare, comprendere, afferrare. Ho messo l’uomo di fronte alla menzogna cosmica che fa parte delle fondamenta del nuovo pensiero occulto, ho fatto comprendere che il pensiero viene da altrove e oggi faccio capire che i piani hanno un’agenda e sono anti-uomo, a tutti i livelli.

Ricordate le parole di Cristo o del Nazareno sulla croce quando disse: “Padre, Padre, perché mi hai abbandonato?” Ricordate, quando eravamo giovani, lo studiavamo nel catechismo: “Perché mi hai abbandonato?”. Le forze occulte abbandonano sempre gli iniziati, perché gli iniziati che hanno raggiunto un certo punto d’evoluzione, alla fine arrivano a comprendere il gioco delle forze, soprattutto l’iniziato moderno – perché l’iniziato moderno è molto più intelligente dell’iniziato antico – l’iniziato moderno alla fine arriva a comprendere il gioco delle forze.

E quando l’uomo avrà compreso il gioco delle forze occulte sulla Terra, si separerà da queste forze in modo così violento, così violento, che il silenzio si stabilirà nella sua coscienza, il canale si richiuderà e mai più egli parlerà col suo aggiustatore di pensiero. E quando quel giorno arriverà sui piani, sapremo che è giunto il tempo per l’uomo di diventare finalmente Luce, cioè diventare quello che è sempre stato: un’anima senza memoria, semplicemente un’anima infuocata, cioè un’energia che ha il potere, sul piano mentale, di comprendere, eseguire e affermare la sua volontà, senza che vi sia alcuna opposizione da parte dei piani in funzione di una qualsiasi programmazione.

Sul piano collettivo, sapete bene che il potere non cessa mai da solo! Le rivoluzioni sulla Terra hanno dimostrato che quando il potere deve essere eliminato, deve essere rovesciato da una rivoluzione, come è avvenuto in Russia e in Francia. Il potere cessa solo quando gli uomini si ribellano al dominio, alla loro dominazione. È la stessa cosa sui piani occulti. Quando l’uomo si ribellerà ai piani occulti, prenderà finalmente coscienza di se stesso e arriverà finalmente ad assumersi la responsabilità della propria coscienza, potrà cioè manifestare creativamente la propria energia, non sarà più il prodotto di un’affiliazione con i piani occulti.

Ci sarà fusione, ci sarà integrazione, ci sarà unificazione, ma l’uomo sarà uomo a pieno titolo. E l’uomo non sarà più, ad alcun livello, un figlio della luce. Ricordate quello che vi dico? L’uomo non sarà più un figlio della luce. E per secoli abbiamo cantato questa canzone, questa misura, abbiamo parlato dei figli della luce, abbiamo lodato i figli della luce, abbiamo proposto che l’uomo sia figlio della luce, abbiamo scritto queste parole in migliaia di esemplari, in migliaia di cataloghi. L’uomo di domani non sarà più figlio della luce, sarà semplicemente un creatore, sarà indipendente nel suo Spirito, avrà il potere di conoscere, avrà un discernimento integrale, perché finalmente il suo pensiero sarà sganciato da quello del mondo della morte. Cioè, una volta che l’uomo non penserà più in rapporto a una memoria che è archiviata, una volta che sarà istantaneamente capace di affrontare qualsiasi forma di opposizione psichica sul piano delle architetture della mente, sarà capace sul piano umano di creare ogni nuova forma di coscienza, cioè di scienza o di conoscenza che conviene al suo spirito e al libero scambio fra lui e i piani occulti.

A quel punto, i piani occulti possono cominciare a imparare da lui, anziché essere sempre lui a imparare da loro, come accadeva durante l’involuzione, il che è responsabile della coscienza spirituale dell’uomo sulla Terra. Quando l’uomo smetterà di imparare dai piani occulti, quando stabilirà lui stesso il codice, quando stabilirà lui stesso i protocolli di intesa e quando sarà lui stesso la misura delle misure, l’uomo non dovrà più imparare alcunché dalle entità.

E a quel punto, le entità cominceranno a lavorare a un altro livello e a incontrarlo, una volta che sarà uscito dal suo corpo materiale in coscienza moronziale, per creare finalmente con lui una nuova civiltà, una civiltà in cui il corpo materiale non sarà più utile, necessario, ma in cui la coscienza dell’uomo sarà totalmente unica, unificata e in piena grandezza, cioè in pieno possesso dei suoi poteri, come l’uomo non lo è mai stato sulla Terra e come non lo sarà mai nemmeno sul piano astrale nel mondo dei suoi sogni.

C’è più conoscenza occulta nella provincia del Québec che in tutto il pianeta, oggi. Quando dico occulto, non parlo di conoscenza esoterica, ma di conoscenza occulta. Qual è la differenza tra la conoscenza esoterica e la conoscenza occulta? La conoscenza esoterica è quella che percorre il corridoio dell’umanità, il corridoio storico, per raggiungere l’uomo moderno, l’uomo contemporaneo.

È una conoscenza che non fa parte di lui, è una conoscenza che fa parte della coscienza degli antichi, che fa parte della ricerca degli antichi e che, alla fine, approda o finisce sulla riva moderna della coscienza moderna, senza alcuna potenza. La conoscenza occulta, invece, sta appena iniziando a rivelare il suo volto sulla Terra, sta appena iniziando a far luce sui misteri. E sta appena iniziando a illuminare l’orizzonte della coscienza futura dell’uomo perché non ci sono abbastanza uomini che hanno parlato abbastanza per creare un volume sufficiente di conoscenza. Questa è l’unica differenza.

Ma col tempo, con le epoche, con le generazioni, gli uomini parleranno e, parlando, porteranno sulla Terra la conoscenza occulta e alla fine l’uomo si renderà conto che deve essere svezzato dalle forze che lo hanno fatto nascere sui piani spirituali. Ecco perché dico che l’uomo nuovo non sarà figlio della luce, ma sarà padre alla congiunzione delle forze che contribuiscono all’evoluzione delle coscienze sistemiche.
E quando l’uomo sarà diventato padre alla congiunzione delle forze che rappresentano una nuova civiltà per l’avvenire, le forze occulte prenderanno posto su una seconda scala nella sua coscienza e non saranno più lì, nella sua coscienza, a mettere alla prova la sua anima come accadeva durante l’involuzione. L’uomo non sarà più quindi un essere mortale sulla Terra nel senso dell’esperienza esistenziale del suo io. L’uomo sarà completamente sopravvissuto alla divisione del suo essere, sarà totale, integrale, uno, unificato, e non ci sarà alcuna autorità al di sopra di lui, né contemporanea, né storica, né planetaria, né occulta!

Un uomo cosciente non ha alcuna autorità al di sopra di sé. Qual è l’origine dell’autorità? Se facciamo un’autopsia occulta, un’autorità è una coscienza che è superiore a un’altra perché ha un vantaggio temporale su un’altra. Se siete vivi da venticinque anni, avete più autorità di un bambino che è vivo da sei anni perché avete un vantaggio temporale rispetto a quel bambino.

Se siete un’entità in forma astrale, avete autorità sull’uomo perché avete un vantaggio temporale su di lui. Se siete un aggiustatore dì pensiero, avete un vantaggio sia spirituale che cosmologico sull’uomo, perché avete un vantaggio temporale su di lui.

Cosa significa avere un vantaggio temporale? Avere un vantaggio temporale su un essere significa avere una posizione rispetto a lui che gli impedisce di conoscere le vostre intenzioni o la profondità delle vostre intenzioni, quella che io chiamo un’agenda! Se gli esseri umani conoscessero le agende delle forze spirituali, sia astrali che mentali, che costituiscono per lui quello che chiamiamo una guida o un orientamento spirituale, si renderebbero conto che questi esseri sono molto più in grado di dominarli che di aiutarli nel senso mortale del termine. Da qui l’esperienza terrestre, da qui l’importanza della Terra! Perché la Terra? Perché la Terra?

Perché l’uomo esiste sulla Terra? Perché l’uomo esiste su un pianeta che si trova agli estremi fisici della Via Lattea? Perché l’uomo è così lontano dagli altri mondi materiali? Perché l’uomo è così lontano dalle altre civiltà? Perché la Terra è fisicamente, geograficamente, nell’attuale sistema sistemico, così lontana dalle configurazioni spirituali che contribuiscono all’evoluzione delle unità sistemiche che chiamiamo gli Aggiustatori di Pensiero, i Serafini, i Cherubini, gli Arcangeli e così via? Perché?

Perché l’uomo deve subire, sperimentare e sentire, quando è nella vita, l’immensità del cosmo. E a causa di questa immensità, percepire in sé un’impotenza tale da obbligarlo, sul piano psicologico, a credere in un Dio. Per dare sostanza alla sua esperienza, per dare valore alla sua esperienza, in modo da poter continuare sulla Terra il suo sviluppo come essere o anima incarnata in un corpo, in una civiltà, in una razza, all’interno di una memoria razziale, o in un corpo di evoluzione estremamente primitivo che chiamiamo la società ambivalente.

L’uomo attraversa queste fasi storiche che chiamiamo l’antica Grecia, l’antica Roma, l’antico Egitto, il Rinascimento, l’industrializzazione, XIX, XVIII secolo, modernizzazione, XX secolo, in cui l’unica parte della sua coscienza che contribuisce a una forma di evoluzione è la parte della memoria, cioè l’aspetto psicologico del suo io, mentre l’aspetto mentale psichico del suo essere è totalmente obsoleto, involutivo, senza sostanza, senza coscienza e senza legame coi piani occulti: costringe cioè l’uomo a non conoscere il motivo per cui è sulla Terra, a non sapere perché è qui, dove sta andando e da dove viene.

E queste tre famose domande: Da dove veniamo? Cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando? Sono domande fondamentali a cui l’uomo ha diritto e alle quali non ha mai ricevuto risposta. Perché? Perché non gli verrà mai data una risposta, perché i piani vogliono mantenere l’uomo nell’incoscienza, cioè sottomesso, perché fa parte del programma dei piani dominarlo attraverso la sua coscienza spirituale.

Ed è solo quando l’uomo inizierà a porsi in completa e assoluta opposizione ai piani che cambierà la vibrazione del suo pensiero, arrivando finalmente ad avere una coscienza vibratoria così alta, che anche quelle che abbiamo chiamato durante l’involuzione, le forze, gli dei, i supremi, le presenze, saranno obbligate ad ascoltare ciò che ha da dire, perché la conoscenza, la scienza, non fa parte dell’ordine cosmico.

La scienza, la conoscenza, è una vibrazione che fa parte della coscienza atomica dell’energia che non ha nulla a che fare con il dominio dei mondi e che rappresenta l’unico piano di libertà che esiste nel cosmo locale, e persino nei superuniversi locali, perché ciò che chiamiamo la scienza e la conoscenza è un modo di interpretare la vibrazione di ogni forma di coscienza atomica, che sia sul piano mentale, astrale, eterico o materiale.

Quindi non c’è assolutamente alcuna autorità nel cosmo locale o anche nei grandi universi locali che possa impedire all’uomo di conoscere, dal momento in cui ha affrontato i veli della sua coscienza involutiva, cioè ha finalmente messo da parte quello che chiamiamo, durante l’involuzione, le forze superiori, le forze spirituali o gli dei, che sono serviti a creare nell’incoscienza dell’involuzione un pantheon assolutamente sgradevole, assolutamente fantasmagorico e assolutamente illusorio per un essere umano che si evolve in coscienza, che deve un giorno svegliarsi alla sua realtà, prendere il controllo della sua evoluzione, porre fine alla sua incarnazione, arrivare finalmente a una conversazione autonoma con esseri del suo livello, del suo rango, per arrivare un giorno anche a creare una civiltà al suo livello, al livello della sua nobiltà, come essere di luce. Non figlio della luce: Essere di luce!

Durante l’involuzione, abbiamo parlato di forze luciferiche, ma non abbiamo mai capito cosa significasse questa parola, il termine “luciferico”, perché questo termine è stato abusato, è stato usato dalle Chiese, dall’esoterismo, dall’ermetismo, ma vi spiegherò cosa significa “forze luciferiche”. Le forze luciferiche sono energie, entità e coscienze molto potenti che esistono nel cosmo locale, la cui funzione è di creare un’anima che alla fine possa obbedirgli.

Un’anima che obbedisce a una coscienza superiore è un’anima incarnata, un’anima disincarnata in forma astrale, che non ha il potere di opporsi categoricamente, in modo assoluto, a una forma di coscienza. Quindi, un essere luciferico, una forza luciferica o una qualsiasi coscienza luciferica, è una coscienza che ha un ruolo da svolgere sul piano sistemico in relazione alle coscienze unitarie – come quella dell’uomo incarnato su un pianeta sperimentale – ma si oppone al fatto che l’uomo possa, in modo categorico, IN MODO CA-TE-GO-RI-CO, opporsi ad essa.

E finché l’uomo non potrà categoricamente opporsi e sviluppare quella che io chiamo una critica assoluta sul piano materiale, mentre è incarnato, sarà pilotato, gestito, a un livello o ad un altro, da forze che io chiamo “luciferiche”, cioè forze il cui programma è il controllo e il dominio del suo spirito, per poter promuovere sulla Terra un’esperienza animista, che noi chiamiamo “il processo di incarnazione dell’anima in un corpo animale”.

Questo è andato avanti per secoli, per millenni, e questa è la ragione per cui l’uomo, come essere sul piano materiale, non ha alcuna coscienza sistemica universale, è totalmente preso nel suo ego, ed è costretto per dieci, quaranta, cinquanta, sessant’anni, a lottare attraverso il lavoro, attraverso gli inganni della vita, per morire alla fine, trovarsi nell’astrale e ritornare, in un processo ciclico, a conversare di nuovo con la vita, che non è reale, e che è una forma di morte temporale.

Un giorno, l’uomo cosciente arriverà a porsi in assoluta opposizione, e quindi a sviluppare una critica assoluta da parte della sua mente vibratoria nei confronti di tutte le nozioni che fanno parte della sua coscienza soggettiva, dove preferisce, come ego, pensare, invece di creare una via per gli esseri umani; pensare, invece di creare un nuovo modo di essere per l’umanità; pensare, perché nel pensare ci si mette in sicurezza, mentre nella creazione ci confrontiamo.

La creazione è un confronto. Un uomo che non si confronta nella creazione non sta creando, sta reinventando, un po’ come facciamo all’università. Uno reinventa, sostituisce i mobili, ma non c’è alcuna creatività. Ogni forma di creatività implica una forma qualunque di confronto.

Quindi un essere che ha una coscienza creativa è un essere che necessariamente si confronta con lo status quo, cioè con la modalità o il protocollo o il codice dei pensieri che fanno parte dell’involuzione della memoria della razza, della memoria della sua razza o della memoria dell’umanità, secondo a quale livello egli funziona e a quale livello obbliga gli uomini, finalmente, a proteggersi le spalle sfondando avanti. L’idealizzazione della coscienza spirituale sarà quindi il grande lavoro dell’uomo nuovo, e fa parte della sua evoluzione.

E coloro che avranno contribuito al lancio di questo lavoro vedranno che è un lavoro a lungo termine che non fa parte della coscienza storica dell’uomo, ma della coscienza trans-storica dell’umanità. 

 

Bernard de Montreal