domenica 27 febbraio 2011

Senza il Dove.. ovunque nel Dove..!



LA MORTE DELLA MENTE

Non c'è dubbio che le forze sono all'opera per distruggere la Mente umana o, se vogliamo, dementalizzare gli uomini. Tra l'altro la cosa più strana (o la più ironica) è che la Scienza, questo trionfo del cervello umano, sia il primo rappresentante di questa autodistruzione dell'intelligenza collettiva. È un problema evolutivo comparabile a quello della sparizione delle branchie o delle pinne nei pesci. È l'organo centrale che è colpito. Ciò significa che la Mente umana, nella sua funzione centrale, era l'osservazione e il discernimento, – le nostre pinne nel mondo – mentre ora si potrebbe dire che sta per esser sistematicamente obnubilata, confusa, intaccata da una valanga mostruosa di “indicazioni”, di “informazioni”, di “scoperte”, di “idee”, tutte una più meravigliosa dell'altra e di slogans uno più insidioso dell'altro, i quali tendono ad annullarsi mutualmente e ingarbugliarsi reciprocamente nel frastuono altamente risuonante e ipnotizzante dei mezzi giornalistici, radiofonici, videofonici, microfonici che devastano tanto le coscienze quanto le foreste. Le ultime scoperte dell'astrofisica, della biologia, della paleontologia si mescolano alle ultime scoperte della spiritualità, delle sette, degli yogi e dei guaritori – tutto è “scoperto” e nulla è né guarito né compreso. Tutte le teorie sono valide e tutte le idee sono valide, ma allo stesso tempo più niente vale e più nessuno conosce né la direzione ove dirigersi né il suo senso. Gli umani sono in procinto di perdere le loro pinne umane e rotolano nel fango sotto la spinta di mille correnti che non sanno più né dominare né comprendere – hanno capito tutto e non capiscono più niente. Sono meno dotati d'intelligenza e di spirito di osservazione che l'uomo di „Neandertal‟, il quale almeno, sapeva ritrovare il suo cammino nella grande foresta primitiva. Non c'è più cammino, ci sono milioni di cammini e tutti sono ugualmente validi e nulli – ugualmente veri e ugualmente falsi. Non c'è più verità: tutto è sospetto! Non c'è più la Chiesa e ci sono mille chiese; non c'è più il Cremlino cattivo e la Casa Bianca virtuosa – le virtù sono divenute cattive e qualche volta le cattiverie posseggono delle virtù. Ciò significa Fango integrale nei nostri ex-spiriti umani. La “catastrofe” non sarà nucleare: essa è già in atto ed è una catastrofe mentale. Non hanno neanche più quel poco d'intelligenza per accorgersi della loro catastrofe e continuano ad inventare dei super-mezzi e dei super-slogans per mascherare la loro deficienza fondamentale – non si è mai scritto così tanti milioni di libri per degli spiriti nulli (a meno che non sia per annullare gli spiriti), non ci sono mai state tante informazioni per disimparare le intelligenze. Quando una specie perde il suo organo centrale, è proprio quella che deve inventarne un altro, o morire, o cedere il posto ad una specie che saprà inventare un nuovo organo. No, non è più tempo di “spiegare” agli uomini – non sentirebbero alcuna spiegazione - , è il tempo di FARE. Bisogna sviluppare un nuovo organo. […] Il peggio delle voci avverse sono le voci della virtù. Si è improvvisamente ricolmi di “peccati”. E non è difficile l'esserne convinti (!) E‟ la Mente che è piena di “peccati”. E‟ la Mente nella Materia che è un nido di scorpioni. Quando parlo di “Mente nella Materia”, voglio dire la prima mente che ha fatto il passaggio dall'animale all'uomo e che ha preso il posto dell'istinto (resta da sapere che cos'è l'istinto?). Con ciò s'intende che tutto d' un colpo ci si è immersi in un bagno di fango. Allora non ci si vede più niente. Allora si inventano i „computers‟, i radiofari e i „radars‟… e il telefono e l'aspirina. Ogni “meraviglia” aggiunge una sbarra in più alla Prigione. Fino a quando c‟era qualche pastore e dei despoti felici non ci se ne accorgeva. Ma ora che ci sono sette miliardi di Homo “sapiens”, ci si accorge dell‟enorme Despotismo.
Hanno perduto il polo Nord, questo è sicuro!
(liberamente tratto da: Carnets d'une Apocalypse – 1984)

Traduzione: Fabbri Marco


martedì 15 febbraio 2011

IL CAMBIAMENTO (parte seconda) LA METAFISICA DELLA CELLULA

LA TRAGEDIA DELLA TERRA

Non che si debba esser degli astuti veggenti per
capire che il nostro pianeta sta attraversando una
fase particolarmente delicata, pericolosamente
transitoria; ogni governo si spertica in promesse e
speranze per un futuro più vivibile, ma il risultato
è sempre lo stesso: “corruzione dilagante, violenza
spesso senza freno e conseguente sfiducia verso le
istituzioni”, le quali dovrebbero perlomeno mantenere
il controllo di questa pseudo democratica comunità
d'insieme!
Ma quella Società siamo noi, noi lo specchio dei
nostri dilemmi! L'uomo sembra sfuggire a se stesso,
alla propria opportunità a migliorarsi, a
superarsi... L'uomo corre, corre, ma stenta a
guardarsi dentro, non matura dai propri errori, anzi,
ritiene superfluo osservarsi nel problema. Abbiamo
trascorso migliaia di anni a fidarci del nostro
potere evolutivo antropomorfo, e così si continua..,
maturando sempre più l'ideale della nostra identità
separata!
Piccolo pover uomo; il suo dolore riecheggia in
ogni anfratto terrestre, la sua impotenza, la sua
frustrata ambizione, navigata ed approdata nei sette
mari, comincia ad esser stanca di dimenarsi! In
qualche maniera chiede aiuto, questa disperata forma
di dipendenza da se stesso..
Dopo aver valutato ogni singola disfatta, l'homo-sapiens,
circoscritto dai propri fantasmi, dalle
proprie collaudate sconfitte, grida a piena voce la
propria impotenza verso ciò che si dimostra sempre
più inutile o quantomeno poco originale per fini
evolutivi! 

L'essere umano – per come lo intendiamo
oggi – sembra arrivato ad un bivio, ad un incrocio
fatidico: dove la drammaturgia di una terra dilaniata
da un sempre più stolto auto-esaminarsi, non concede
altro che materiale già visto, la disamina di un
paradosso materialistico!
Siamo così pregni del nostro esaminare, che neanche
ci accorgiamo della nostra cecità! Il nostro voler
'vedere' a tutti i costi, non ha fatto altro che
sensibilizzare il microscopio, cioè disporre l'atomo
alle sue leggi irrefutabili e scientifiche! Ma la
materia è già stata sondata a sufficienza con questi
parametri, ha già dimostrato alla separata visione di
uno sguardo deterministico, i suoi limiti.
L'uomo si pone tra l'altro un falso problema, pensa –
quasi senza interiorizzarsi – che la visione
antropologica del mondo sia fine a se stessa, in
qualche modo stagna; valuta l'apparato mentale come
qualcosa di inscindibile dal resto del corpo; a ben
vedere, l'otre\corpo sembra apparir conseguente alla
mentalizzazione tramite il visivo.!
Ciò determina enormi limiti evolutivi, imprigionando
(nello spirito visivo) l'opportunità di valutare la
Materia nella sua essenza! A riprova di questo
inedito tragitto evolutivo, dobbiamo però poter
ridimensionare la nostra posizione centripeta, il
nostro ordine personale.
Senza scadere in fuorvianti concetti elucubratori, e
senza drammatizzare ulteriormente un concetto ancora
solo mentale, abbiamo il dovere di capire una simile
posizione d'apertura; l'uomo si ritiene
indispensabile proprio perchè valuta se stesso da un
punto di vista autoreferenziale!
Forse è più semplice se ci chiediamo: “Se io vedo
quell'albero in quel modo, è poi tutto quello che va
visto?”. Ancora meglio sarebbe: “Posso vedere di più
se smetto di guardarlo.?!”. Il falso problema sta
proprio qui, nel convincersi che lo strumento visivo
sia onnipotente, in quanto legato all'apparato
fisico; lo strumento fisico a sua volta cadrà nello
stesso inganno, come quello mentale, come quello
vitale etc..
Ma 'capire' questo, per chi non ha un approccio
fortemente intuitivo con il proprio 'sentire', non
deve risultare semplice! Ci costringe a passare ad
un'altra fase, ad una fase identificativa! Qui non si
tratta più di capire mentalmente (schiavi dei propri
determinismi, delle solite leggi causa-effetto), ma
di concedere alla Possibilità umana uno slancio
identificativo verso la materia circostante! Tutto
questo, partendo dal nostro corpo!
Tramite Esso, e soltanto attraverso questa necessità
fisiologica di cambiare, potremo davvero comprendere
i nostri limiti evolutivi. Il corpo come Tempio
evolutivo, come coscienza terrestre biologicamente
interattiva!

IL PARADOSSO DIVINO
“Lo Spirito guarderà attraverso gli occhi della
Materia... e la Materia rivelerà l'aspetto dello
Spirito”
Sri Aurobindo – Savitri

Con questo semplice aforisma, ci viene svelato un
grado armonico superiore, che certamente affascina,
ma che ancora non riesce ad attecchire proprio per il
nostro innato scetticismo, proprio per il nostro
continuo ricadere nella sola ed unica parte che i
nostri occhi\telescopio riescono a vedere: quella
della Scienza!
Le leve dunque ci vengono date (la coscienza
terrestre è stabilita), ma dobbiamo potercene
servire, dobbiamo accorgerci che ne siamo in
possesso. Niente potrà esser cambiato attorno a noi,
nell'ambiente circostante, sino a quando la Morte non
sarà cambiata... e per capire meglio questo passo
vorrei citare una frase a me particolarmente cara di
Satprem (testimone spirituale di Mère e Aurobindo):
“ […] Per l'uomo, la realizzazione suprema, è la
comprensione: consiste nel comprendere le cose. Per
la Coscienza di Verità (la Coscienza futura - per
intenderci), la realizzazione è il Potere, la volontà
creatrice.. La realizzazione di domani..! Ma
attenzione! Quella Coscienza, ancora sconosciuta, non
è posizionata là in alto, nel mondo del superintelletto;
essa è al contrario situata nell'altro
lato delle cose, nel fondo del corpo, all'estremità
degli inferi, delle tombe umane... Nel brodo
primordiale! […]”
La Morte quindi non tanto come 'fatto inderogabile',
ma la Morte come faro evolutivo. Il rispetto per
questo inquietante sostantivo, non deve comunque
inibire le nostre volontà trasformatrici, tuttaltro!
L'energia stessa che sprigionano certe parole, certi
pensieri, subisce nel corpo stesso una sorta di
trepidazione cellulare, proprio come conseguenza
all'insensatezza del nostro indagare. E' la nostra
concezione mentale che è sbagliata; ciò che va
sondato è situato negli inferi o se preferite, non è
la vita che dobbiamo capire e guarire, ma la morte
nella sua forma meno collaudata: il problema nella
Morte, non è quello di esser compresa, analizzata..
ma vissuta! E per fare questo dobbiamo – non tanto
scendere a patti con Lei - ma, analizzando (e
sopravvivendo) il simbolo che rappresenta, affrontare
ogni spiacevolezza come qualcosa che ci porta a
cambiare.
E' finito il tempo della 'routine'; il tempo della
vecchia Evoluzione non ha più nulla da svelare, forse
perchè anche qui non ha fatto altro che costruire
paradossi su paradossi: innalzando barriere su
barriere, invece che togliere le nostre tanto
osannate certezze mentali.
L'insofferenza umana è da sempre collegata al grado
di adattamento fisico all'ambiente, alle capacità di
'resistere' alle intemperie planetarie; oggi siamo
maturi ad una nuova visione d'insieme, la quale,
proprio tramite il rispetto delle nostre sensazioni,
aperte ad un ambiente mai in realtà ostile, offre al
nostro potere cellulare una nuova capacità di
armonizzarci al corpo-terra!
Non sono quindi gli stimoli che mancano, manca la
Volontà nell'uomo, manca quell'esproprio all'inerzia
che rende così drammatica la vita che ci circonda.
Una vita che passa tutto il tempo ad osservarsi, che
ricicla se stessa nelle sue forme più reattive, non è
una vita che diviene, ma un'abitudine che protegge se
stessa: autoreferenziale appunto! L'ego è stato molto
utile in un lontano passato, probabilmente per
proteggere un corpo-materia più cosciente ed in grado
di evolvere autonomamente; oggi la coscienza separata
promette cose che non può più mantenere, innalzando
lo stato vibratorio del pianeta in maniera assurda ed
irresponsabile. L'uomo deve solo uscire dall'ipnosi
che lo lega a voler dominar la materia. All'uomo
manca solo la Volontà di afferrare il 'per' nel
'contro'!

Fabbri Marco

giovedì 3 febbraio 2011

IL CAMBIAMENTO - Nuove realtà (Parte prima-L'uomo Robot)


In quanto esseri umani, la nostra grandezza sta non tanto nell'essere in grado di rifare il mondo - è questo il mito dell'era atomica - quanto piuttosto nell'essere in grado di rifare noi stessi.
Mahatma Gandhi

Chi mi conosce più in profondità, sa che non amo particolarmente render omaggio ad un personaggio come Gandhi; uno dei motivi meno suggestivi, ma certamente più convincenti per questo collocamento iconoclasta, deriva dall'imposizione storico-temporale, in cui tutti i personaggi storici hanno avuto una collocazione. Ecco, se valutiamo la frase in questione e la screditiamo dalla sua valenza storico\interpretativa, già possiamo accoglierla ben più meritoriamente, nella sua libertà meno costretta: nel suo calore educativo! Quindi, dimenticate Gandhi in quanto personaggio, ma tenete il valore che il suo messaggio promette...
Lo sguardo attento verso qualcosa che sempre più richiede un'attenzione vigile al 'reale', alle sue diramazioni più menzognere, spesso ci confonde l'identità: ci rivela i limiti di ciò che pensiamo reale.
A tal punto accade questo, che il respiro libero del nostro esistere, viene sempre più spesso scosso nella sua origine. Abbiamo dunque perso la bussola, o semplicemente abbiamo sbagliato strada?
Ecco, qualche spunto perchè si possa non riflettere a vuoto, ci viene in soccorso nelle seguenti argomentazioni, tratte da testi sempre più informativi, sempre più adeguati al nostro tempo; forse in quest'azione cosciente, possiamo provare ad aggiornare il nostro data-base morale, che tanto desidera autocelebrarsi, con un passato che ci coinvolge solo in quanto esseri separati!


Ci sono molte trappole nella realtà per distogliere gli esseri umani dalla Svolta e sintonizzarli esclusivamente nelle profondità della paura e del conflitto. Per esempio, la paura di catastrofi climatiche, insieme alle guerre manipolate e ad altri disastri che sono previsti, sono stati usati per vendere la bugia della "Fine dei Tempi". [...] 

L'INCRINARSI DELLA REALTA' 
[...] Sistemi di credo a bassa densità che dominano la percezione umana - paura, depressione, divisione, razza, religione, politica, il ' noi e loro' - portano le persone a leggere solo una piccola parte di Tutte le Possibilità. La Paura è la più limitante tra questi sistemi di credenze e stati dell'essere, perchè provoca un 'congelamento' vibrazionale e induce a ritirarsi in un guscio vibrazionale denso. Da qui si leggono solo quei campi, all'interno di Tutte le Possibilità, che vibrano all'interno della densità rappresentata dalla paura. In questo modo ci attiriamo ciò che ci fa paura e realizziamo in noi uno stato di depressione leggendo quei campi  che si manifestano come esperienze che contribuiscono a deprimerci ulteriormente. Se credete che il bicchiere sia mezzo vuoto, lo sarà. Noi creiamo la nostra realtà sulla base di ciò in cui crediamo, consciamente e inconsciamente. Infatti, potrebbe sembrare che, a livello conscio, crediamo in qualcosa in particolare, ma spesso le cose stanno diversamente a livello inconscio. Possiamo averne prova osservando persone apparentemente ottimiste e fiduciose che in realtà sono consumate da atroci dubbi su se stesse non appena si oltrepassa la soglia della coscienza. Questa percezione o codifica di campi di possibilità può anche essere espressa da ciò che io chiamo 'magnetismo vibrazionale' in cui l'energia attrae a sè ciò che vibra in maniera simile. Chiamiamo queste energie persone, luoghi, mestieri, relazioni, esperienze e così via. quando ci apriamo a un livello di Consapevolezza più alto, la matrice di energia che dà origine a ciò che chiamiamo la nostra "vita" inizia a venir meno e a cambiare.
Questo deve riflettersi nel mondo 'esterno' (decodificato) di persone, luoghi, mestieri, relazioni ed esperienze. Poichè l'interno cambia, anche l'"esterno" subisce un cambiamento di riflesso. Ce ne accorgiamo quando la vita che conoscevamo va esaurendosi, ma ciò che sta accadendo è che stiamo irrompendo in una realtà nuova e quindi in una nuova esperienza di vita. Se fate sempre ciò che avete sempre fatto, otterrete ciò che avrete sempre ottenuto. Dobbiamo provare a fare cose nuove, o cambiare quello che siamo, per cambiare ciò che ci circonda. Può sembrare spiacevole, spaventoso, ma è soltanto un accantonare la vecchia matrice perchè se ne formi una nuova. Qualcosa di simile sta accadendo adesso nel mondo quando osserviamo, spesso con orrore, lo sgretolarsi delle vecchie costruzioni. [...] E' il tempo di fare tutti delle scelte. Una scelta può essere quella di continuare a credere nell'illusione nel tentativo di trovare sicurezza in ciò che è familiare. In questo caso proveremo a resistere al fiume che scorre cercando di stare dritti in piedi mentre l'acqua fluisce sempre più veloce e noi diventiamo sempre più esausti, ansiosi e paurosi. Un'altra scelta possibile è quella di aprire i nostri cuori e la nostra mente, distenderci, rilassarci e fluire dove ci porta l'energia; o piuttosto, dove ci portiamo manifestando un'altra realtà. La differenza tra questi due stati è la scelta tra seguire la mente-computer o la Consapevolezza Infinita. In altri termini la differenza tra pensare e sapere.

NON PENSATELO - SAPPIATELO
Quanto spesso in vita vostra avete scoperto che ciò che sentite di fare e ciò che pensate di fare sono in contrasto? [...]
L'intuizione soccombe quasi sempre, una volta che il corpo computer vi spinge nell'area della realtà. Perchè? Il programma ci tormenta sin dalla nascita e la ripetizione è la forma più efficace di controllo delle percezioni. Voi comprendete la realtà corpo-computer e la sua 'logica' perchè ci avete convissuto a lungo. Quando si dice che se seguite l'intuito A, B o C ne saranno le conseguenze, l'ansia, il senso di colpa e la paura che seguono bastano per mettere a tacere le sollecitazioni dell'intuito. "Mi piacerebbe farlo, ma..." è la classica linea di confine che si supera prima di ritornare al "vero" mondo della "responsabilità" materiale. Sì, dobbiamo sempre essere "responsabili", il che si traduce nell'essere sottomesso. Il corpo-computer è supportato nel suo obiettivo di mettere a tacere la nostra intuizione da altri computer unitisi per proteggere la loro superiorità. Questi altri computer portatili li chiamiamo amici, genitori, colleghi, e i loro programmi di robotica emettono dati di software come: "Non farlo, che ne sarà del tuo lavoro?"; "Non farlo, che ne sarà della tua famiglia?"; "Non puoi farlo, cosa penseranno i vicini?"; e "Non puoi farlo per tutta una serie di ragioni che adesso non mi vengono in mente, ma dammi un po' di giorni e ti dirò". Sentite dire queste cose da vostra madre, da vostro padre, da sorelle e fratelli, da computer di destra e di sinistra, da computer ambientalisti, da insegnanti-computer, da dottori -computer, da mezzi d'informazione-computer, da Cristiani-computer, da Ebrei-computer, da Musulmani-computer etc... La vita viene vissuta come una diramazione di un mondo computer. La realtà concepita a livello di computer non vuole che le vostre percezioni cambino una volta che ha il controllo pressochè totale sulle cose. Il corpo-computer vuole che vi serviate del sistema perchè esso stesso è il sistema. E' stato programmato per servire questa costruzione. Se vi fermate a pensare a ciò che il vostro intuito vi sta dicendo, la conclusione sarà invariabilmente che il computer lo sa meglio di tutti.[...]
La Consapevolezza Infinita ci parla attraverso l'intuizione e il sapere perchè essa è Sapere Completo. Non ha bisogno di pensare o di elaborare le cose perchè sa già. Pensare è accettare che non possedete la Conoscenza Completa e questo basta a chiudervi nella realtà-computer. [...]

COLORO CHE CREDONO SOGNANDO AD OCCHI APERTI
Il corpo-computer è in effetti progettato per aprire i canali d'intuizione a una maggior consapevolezza, ma la manipolazione sistematica dei nostri pensieri e delle nostre percezioni ci preclude la possibilità di usufruire di questo vantaggio. Esiste un ciclo corporeo chiamato risposta-pausa ultraradiante, o ciò che potremmo altrimenti chiamare "Tempo d'Intuizione". Più precisamente si tratta di un Non-Tempo d'Intuizione, perchè il tempo è una illusione della realtà dei 5 sensi e non esiste nel regno in cui domina l'intuizione. 
 "Senti di perdere concentrazione in certi momenti del giorno? Forse deriva da un improvviso, leggero attacco di fatica o da una insidiosa confusione mentale. Tutto un tratto ti senti scoraggiato. Non riesci a smettere di sbadigliare o sospiri. Magari ti ritrovi a fissare fuori dalla finestra, la tua mente lontana anni luce dal lavoro che hai per le mani. Se qualcuno ti rivolge la parola, il suono della sua vocee ti fa sobbalzare. Oppure non capisci cosa ti è stato detto e chiedi al tuo interlocutore di ripetere".
Questi sono tutti segni che il corpo sta entrando nella fase risposta-pausa ultraradiante, sostiene il dottor Nadel, e lo schema si ripete ogni 90 min. circa. Nadel sostiene che ci sono dei momenti in cui la fisiologia corporea è meglio disposta all'intuizione in quanto quattro principali sistemi di regolazione collegano il corpo alla nostra Consapevolezza più alta. Durante questi momenti, l'emisfero destro della neocorteccia diventa dominante. Si tratta della regione creativa, intuitiva del cervello, quella che è oppressa dal sistema educativo il quale si concentra sull'assimilazione di "fatti"a spese della creatività e dell'ispirazione.
 "E' il momento in cui è più facile accedere all'intuizione, al nostro immaginario interiore. I pensieri sono più vicini all'inconscio. E' il momento in cui l'inconscio reclama più energia per sè. Se ci si allena solo a guardare e osservare senza intromettersi, si cade in ciò che è chiamato 'reverie' o stato ipnagogico, e che io chiamo semplicemente stato intuitivo".
Ignorare questi segnali carateristici della fase risposta-pausa ultraradiante, o cercare di metterli a tacere, può causare irritabilità, depressione e insofferenza. [...]
Osservando i momenti in cui irrompe questa fase, possiamo fare un uso efficace dei canali intuitivi della 'conoscenza'. Il 'fare' senza tregua e la società non ci permettono queste cose e fanno in modo che ci sentiamo colpevoli ogni volta che facciamo una pausa. Il nostro lavoro - ciò che 'facciamo' - è visto come affermazione positiva del nostro carattere. Ma se ogni volta siamo costretti a fare anzichè essere, siamo servi della parte meno alta della mente, l'intelletto, piuttosto che espressione della Consapevolezza Infinita. Permettendo a noi stessi di "essere", saremo ispirati a 'fare' cose molto più efficaci come conseguenza dell'introspezione. Quanto spesso facciamo dei passi avanti per pura intuizione e non attraverso l'intelletto? L'intuizione è poi supportata dall'intelletto e si rivela valida. Le nostre sensazioni, il nostro intuito, l'ispirazione, o ciò che chiamiamo 'conoscenza', provengono dalla Consapevolezza Infinita - e non dall'intelletto. Ho sentito spesso persone sostenere di essere sotto la doccia o in bagno quando hanno avuto questo 'pensiero' intuitivo semplicemente, senza conoscerne l'origine. [...] Questo accade per due ragioni: Primo, la Consapevolezza Infinita è Conoscenza Onniscente, quindi semplicemente sa; non ha bisogno di elaborare le cose come fa l'intelletto. In secondo luogo il tempo è un'illusione del programma Matrice dei 5 sensi, quindi la consapevolezza oltre la matrice comunica istantaneamente solo nel momento in cui esiste davvero - l'ADESSO.
Ciò che chiamiamo trasformazione è in realtà un processo di de-programmazione. Non si tratta tanto di 'apprendimento' quanto di 'dis-apprendimento. Siamo sempre stati Consapevolezza Infinita, ma la manipolazione e la programmazione ci hano impedito la comprensione.[...] Noi ci siamo incaponiti nelle nostre credenze e queste si manifestano energeticamente sotto forma di densi campi elettromagnetici, 'gusci d'uovo', come li chiamo io, che ci impediscono di vedere la luce del giorno – di connetterci con l'infinita consapevolezza che siamo, siamo stati e sempre saremo.[...]
Comprendere il potere dell'attenzione è vitale per riguadagnare il controllo dell'esperienza. Quando prestiamo attenzione a qualcosa, la nostra energia fluisce lì. Se focalizziamo la nostra attenzione su ciò che ci spaventa, quell'attenzione ci metterà in contatto energeticamente con ciò di cui abbiamo paura e lo stesso accade con qualsiasi cosa, piacevole o spiacevole. […]

ALZATEVI E NON COMBATTETE
[…] “Dobbiamo combattere la forza con la forza e il fuoco col fuoco?”Davvero? Cosa ricavate da questa situazione? Il doppio della forza e il doppio del fuoco. 'Dobbiamo alzarci e combattere'. Buona idea; così avremo due fronti che si combattono e mi sembra che questa sia chiamata guerra. 'Dobbiamo fare le guerre per fermare le guerre'. Hei, perchè non lottare altrettanto per la pace, fare una guerra per fermare una guerra, è un pensiero ambiguo e sconsiderato e, per quanto i livelli di testosterone del computer possano bramare la battaglia, è una battaglia per la quale i potenti hanno le armi giuste per vincere.[...]
E' necessario un cambiamento di coscienza oppure nulla cambierà. E come potrebbe essere altrimenti se il livello di coscienza – Consapevolezza – che ha co-creato questa prigione vibrazionale continua ad ostacolare il cambiamento? Albert Einstein disse che “i problemi non possono essere risolti allo stesso livello di consapevolezza che li ha creati”. Einstein vide giusto e tuttavia molti perseverano nell'errore. […] Il primo passo per rompere questi campi di energie che ci costringono nell'ignoranza e nella schiavitù è smettere di giudicare ogni cosa come un'azione riflessa. Aprite la vostra mente a Tutte le Possibilità. Naturalmente questo non significa accettare tutto ciò che sentite. Significa smettere di rifiutare qualcosa semplicemente perchè fa a pugni con la nostra percezione della realtà e della possibilità. Ricordate che Tutte le Possibilità significa tutto è possibile. Questo può sembrare ovvio, ma viene spesso dimenticato. Non vuol dire che, poiché qualcosa è possibile, essa debba necessariamente accadere; significa soltanto che è possibile, quindi accogliamola senza smontarla immediatamente. [...]

CANDELE NELL'OSCURITA'
Quando avviene la fase del risveglio, si spezza la prigione vibrazionale e ci si connette con più alti livelli di Consapevolezza, iniziamo ad attrarre nelle nostra vita altre persone che si trovano sulla medesima lunghezza d'onda. Esistono due modi per connettersi a questa realtà: attraverso il campo della Consapevolezza Infinita e attraverso i ricevitori trasmettitori del DNA. Entrambi possono spiegare ciò che chiamiamo 'telepatia'. Quando permettiamo a un più alto livello di Consapevolezza di entrare nel livello di realtà del computer, le trasmissione del nostro DNA iniziano a rifletterlo e noi diventiamo trasmettitori sempre più potenti di queste frequenze più alte. Questo non solo accresce il nostro potenziale di creatività e le manifestazioni di 'coincidenze', ma rende queste frequenze accessibili ad altri ricevitori di DNA per esser trovati. Le trasmissioni attraverso il DNA di chi si è 'risvegliato' possono avere luogo a livello del computer, senza che sia necessaria un'apertura e l'accesso alla Consapevolezza Infinita. È come nell'esempio di risonanza simpatetica del violino, nel quale la frequenza più potente fa risuonare delle altre nella sua lunghezza d'onda. […]
Perchè queste energie superiori riescano ad avere effetto su questo 'mondo', esse devono essere 'fondate' sulla stessa dimensione e questo avviene se, chi ha accesso a queste alte frequenze, funge da collegamento con la realtà basata sui cinque sensi. Questa è una delle ragioni per cui chi esce dalla situazione di torpore sembra vivere grandi sfide. Le loro esperienze 'a 5 sensi' costituiscono la base, e prevengono al loro livello 'umano' di staccarsi in senso vibrazionale da coloro che essi stanno cercando di aiutare. Mentre essi sono connessi con le alte frequenze, il loro 'piedi' umani li tengono saldamente ancorati a terra per trattenervi questa energia. Molti si chiedono “cosa posso fare io, piccolo come sono?”; la risposta è che potete cambiare il mondo cambiando voi stessi. Certo, ci sono azioni 'fisiche' che dobbiamo intraprendere, ma sapremo quali sono quando avremo accesso ai livelli più alti di Consapevolezza. In questo senso non potremmo riuscire a cambiare qualcosa con lo stesso livello di consapevolezza che l'ha creata.[...]
Una volta che smetteremo di avere paura per la nostra sopravvivenza in tutte le sue forme, fisica, finanziaria, sociale, sessuale e che abbandoneremo tutte le altre paure connesse alla nostra vita, non saremo più controllati dalla mente collettiva sulla quale si basa buona parte del controllo verso di noi esercitato. La paura è il primo strumento di controllo e smettere di avere paura significa disarmare chi ci manipola. La paura è il più denso tra tutti gli stati mentali ed emotivi, e basta che si dissolva perchè venga meno anche la sua espressione energetica – il guscio d'uovo.[...]

Tratto da: LA GUIDA DI DAVI ICKE alla COSPIRAZIONE GLOBALE 
                                                      (e come fermarla)