LA TERZA FORZA
Parte I
Come negare che la maggioranza delle persone che si incontrano, abbiano in comune un'innata insofferenza verso lo sforzo, la disciplina, o semplicemente verso tutto ciò comporta un cambiamento delle nostre abitudini! Questa ardua sentenza - dimostra, (semmai ve ne fosse ancora bisogno) una volta ancora, tutti i limiti che la nostra biologia umana ha raggiunto.. L'inquietante e quantomeno evidente nostro modo di sopravvivere quotidiano, mostra con sempre più disagio, la mescola di inconsistente energia che la nostra vuota esistenza è divenuta. Certo, l'ipocrisia che distingue la falsità a cui siamo oramai quasi in toto assoggettati, nasconde abbastanza efficacemente qualsiasi sforzo per notare oltre, foss'anche solo una scelta personale nel cambiare un punto di vista ideale!
Ciò che ad ogni modo non riesce a penetrare nell'habitat mentale umano, scorge la sua fallibilità proprio nell'atteggiamento dis\locato del punto di vista soggettivo..!
Oggi dunque - continuiamo a valutare la nostra triste collocazione sociale nella collettività, con un giudizio che non può che esser colpevole, proprio per il suo carattere separato dal restante che ci circonda. In definitiva è come se conoscessimo solo una parte del nostro osservato, non riuscendo così a penetrare nella vera 'comprensione' delle cose!
Per comprensione ovviamente non s'intende il ricatto mentale a cui perennemente siamo sottoposti; qui l'alcova deterministica subisce una curiosa scossa evolutiva e con lei la linearità che il nostro osservare (ambiente esterno) comporta.
La conscia cultura di questo pianeta, sembra esser arrivata alla conclusione che, proprio trattandosi di una crisi evolutiva e non di una crisi morale, si debba riunire le nostre forze al fine di concentrare il nostro potenziale in quello che sino ad oggi è stato ingiustificatamente snobbato: l'approccio al corpo e ai suoi insondati misteri!
Misteri che resteranno tali se la predominanza mentale e suoi relativi suffissi (vitali, subconsci, inconsci) non cederanno il passo ad un 'Essere' più integrato.
Un'umanità meno in conflitto tra essa può avvertire questo nuovo senso di completezza solo a patto che abbandoni l'attaccamento alla sua met\a\à più conosciuta! Un valore temuto ingiustamente sino ad oggi come immorale, cela nel suo contenuto intrinseco, cellulare, 'la porta' per un domani meno frustrante, tra nuove comprensioni che suggeriscono sempre meglio quale scelta va fatta.. senza troppi dubbi da sostenere, senza quella angosciante paura che un corpo non ascoltato vuole comunicarci!
A cura di Fabbri Marco
LO SVILUPPO DELL'UOMO
[...] Lo sviluppo dell'uomo si effettua secondo due linee, 'sapere' ed 'essere'. Ma affinchè l'evoluzione avvenga correttamente, le due linee devono procedere insieme, parallele l'una all'altra e sostenersi reciprocamente. Se la linea del sapere sorpassa troppo quella dell'essere, e se la linea dell'essere sorpassa troppo quella del sapere, lo sviluppo dell'uomo non può farsi regolarmente; prima o poi deve fermarsi. "La gente afferra ciò che si intende per 'sapere'. Si riconosce che il sapere può essere più o meno vasto e di qualità più o meno buona. Ma questa comprensione non viene applicata all'essere. Per essi l'essere significa semplicemente "l'esistenza" che contrappongono alla "non esistenza". Non comprendono che l'essere può situarsi a livelli molto differenti e comportare diverse categorie. Prendete per esempio l'essere di una pianta. Sono due esseri differenti. L'essere di una pianta e quello di un animale e quello di un uomo. Ma due uomini possono differire nel loro essere più ancora di quanto un minerale e un animale differiscono tra loro. E questo è proprio ciò che le persone non comprendono. Non comprendono che il sapere dipende dall'essere. E non soltanto non lo comprendono, ma non lo vogliono comprendere. In modo particolare nella civiltà occidentale, si ammette che un uomo possa avere un vasto sapere, che per esempio egli possa essere un illustre sapiente, autore di grandi scoperte, un uomo che fa progredire la scienza, e nello stesso tempo possa essere, meschino, invidioso, vanitoso, ingenuo e distratto. Sembra normale che un professore debba dimenticare dappertutto il suo ombrello. Eppure è proprio questo il suo essere. Ma si ritiene, in occidente, che il sapere di un uomo non dipende dal suo essere. Le persone accordano un valore massimo al sapere, ma non sanno accordare all'essere un valore eguale e non si vergognano del livello inferiore del loro essere. Non si comprende neppure ciò che questo significhi. Non si comprende che il grado del sapere di un uomo è in funzione del grado del suo essere.
"Allorchè il sapere sorpassa di troppo l'essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vità; può anche diventare nocivo, perchè invece di servire la vita e aiutare le persone nella lotta contro le difficoltà questo sapere comincia a complicare tutto; di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni sorta di calamità che prima non esistevano.[...]
Continua..
Tratto da: Frammenti di un insegnamento sconosciuto (P.D. Ouspesnky)
"Allorchè il sapere sorpassa di troppo l'essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vità; può anche diventare nocivo, perchè invece di servire la vita e aiutare le persone nella lotta contro le difficoltà questo sapere comincia a complicare tutto; di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni sorta di calamità che prima non esistevano.[...]
Continua..
Tratto da: Frammenti di un insegnamento sconosciuto (P.D. Ouspesnky)
Nessun commento:
Posta un commento