lunedì 9 settembre 2013



IL LIMITE DELLA FORMA

In un momento così difficile per l'attività umana, dove le crisi  si susseguono con indubbia periodicità, non possiamo fare a meno di notare quanto non solo una definita spiritualità venga a mancare, ma che le conseguenze stesse di questa confusione evolutiva, sviluppi come una sorta di ulteriore decadenza alle nostre già terribilmente colpite valutazioni animali..! L'antropologia dunque, il senso della forma umana (o a ciò per cui ognuno di noi si identifica) e le sue derivazioni personali.
Perchè l'uomo abusa di se stesso? Per quale motivo una coscienza teorica (mentale), colloca il nostro crederci immortali, costruendo un'idea tuttaltro che solida, crea questo senso di smarrimento? Proviamo a capirci qualcosa..





[...] Quando la consapevolezza si libera della propria identificazione con le forme fisiche e mentali, diventa ciò che possiamo chiamare "consapevolezza pura" o "illuminata", ossia presenza. Questo è già avvenuto in alcune persone e sembra destinato ad avvenire presto su scala sensibilmente maggiore, sebbene non ci sia una garanzia assoluta che avvenga davvero. Quasi tutti gli esseri umani sono ancora nella morsa della modalità di consapevolezza egoica: identificati con la loro mente e gestiti dalla loro mente. Se non si liberano in tempo della mente, ne verranno distrutti. Avranno esperienza di sempre maggiore confusione, conflitto, violenza, malattia, disperazione, follia. La mente egoica è diventata come una nave che affonda. Se non ve ne allontanate, colerete a picco anche voi. La mente collettiva egoica è l'entità più pericolosamente folle e distruttiva ad avere mai abitato questo pianeta. Che cosa pensate accadrà su questo pianeta se la consapevolezza umana rimane immutata?
Già adesso per la maggior parte degli esseri umani, l'unica tregua che trovano dalla mente è data dal ritornare di quando in quando a un livello di consapevolezza al di sotto del pensiero. Ognuno di voi lo fa ogni notte durante il sonno. Ma questo avviene in certa misura anche con sesso, alcol e altre droghe che sopprimono l'eccesso di attività mentale. Se non fosse per alcolici, tranquillanti, antidepressivi e sostanze stupefacenti, tutti consumati in vaste quantità, la follia della mente umana diventerebbe ancor più chiaramente ovvia di quanto lo sia già. Ritengo che, privata dalle droghe, gran parte della popolazione costituirebbe un pericolo per sè e per gli altri. Queste droghe naturalmente non fanno che mantenerci invischiati nella disfunzione. Il loro utilizzo diffuso si limita a rimandare il crollo delle vecchie strutture mentali e l'emergere di una consapevolezza più elevata. Se i singoli fruitori possono trarre qualche sollievo alla tortura quotidiana inflitta loro dalla mente, si impediscono però così di generare sufficiente presenza consapevole per elevarsi oltre il pensiero e trovare la vera liberazione.
Ricadere a un livello di consapevolezza al di sotto della mente, che è il livello pre-razionale dei vostri lontani antenati e di animali e piante, non è un'opzione disponibile per voi. Non potete tornare indietro. Se la razza umana vuole sopravvivere, dovrà passare allo stadio successivo. La consapevolezza si evolve in tutto l'universo in miliardi di forme. Per cui anche se noi non ce la facessimo, non avrebbe importanza su scala cosmica. Nessun guadagno di consapevolezza va mai perduto, per cui si esprimerebbe attraverso qualche altra forma. [...]


A cura di Fabbri Marco

Tratto da: Il potere di Adesso (E. Tolle) 

martedì 19 febbraio 2013

IL POTERE DI ADESSO




[...] Il termine Dio è diventato un concetto chiuso. Nel momento in cui la parola viene pronunciata, si crea un'immagine mentale, non più forse quella di un vecchio dalla barba bianca, ma pur sempre una rappresentazione mentale di qualcuno o qualcosa al di fuori di voi e, ebbene sì, quasi inevitabilmente un qualcuno o un qualcosa di maschile.
Dio Essere né ogni altra possono definire o spiegare la realtà ineffabile che sta dietro al termine, per cui l'unico interrogativo importante è se tale parola sia un aiuto o un ostacolo nel consentirvi di avere esperienza di Quello che indica.
[...] La parola Essere non spiega niente ma d'altronde nemmeno la parola Dio. Essere, però, ha il vantaggio di risultare un concetto aperto. Non riduce l'invisibile infinito a un'entità finita. E' impossibile formarsene un'immagine mentale. Nessuno può rivendicare un possesso esclusivo dell'Essere. E' la vostra essenza ultima e ci è immediatamente accessibile in quanto sensazione della vostra presenza, la comprensione di io sono che è precedente a io sono questo o io sono quello. Per questo vi è soltanto un piccolo passo dalla parola Essere all'esperienza dell'Essere. [...]

Tratto da: Il potere di Adesso - Eckhart Tolle. (ed. Armenia)
a cura di Fabbri Marco