FEDE
- nuove evoluzioni –
Cosa possiamo chiederci, in ragione di tanta incertezza, di fronte a questo sostantivo di quattro lettere; mai come in questo caso una banale parola rivela inquietudine, frustrazione, troppo spesso conflitti ed incomprensioni.
Forse, a onor del vero, l’uomo stesso, magnificato nella sua marginale, occasionale esistenza, separato com’è dal qualsiasi più grande – certamente invisibile -, muove e ritocca indiscriminatamente le proprie opinioni dialogiche, comunicative: sconcerta la propria indole sacrificale tra orgogli mal riposti…
Ma cos’è in realtà la Fede? Un giocoso concetto psicologico, elasticizzato perlopiù da una coscienza personale, tutt’altro che approfondita!?
E che ruolo assume in egual misura la cultura del dubbio, (vero e proprio tormento di questo spaccato storico) il legittimo contraltare del dogma, delle chiese, scuole ecc…?
C’è da chiedersi dove si sbaglia se da una parte e dall’altra non si crea che imbarazzo.!
Forse è il caso di ammettere la nostra ignoranza al riguardo, di riconoscere i nostri limiti personali, di salvaguardare - se può servire - la nostra cultura religiosa, ma ugualmente non possiamo commettere l’errore di peccare di presunzione.
Oggi più che mai la Fede sembra aver raggiunto un supporto–rapporto strategico con l’umanità; il suo ‘fascino’ appare pertanto più clamoroso proprio per l’evidente interazione che ben si presta al paradosso tra MENZOGNA e VERITA’.
Sembra che l’indole umana assuma altre priorità, altre volontà da recidere assieme all’interesse personale: l’imbarbarimento psichico muove altre concentrazioni (o non le muove affatto), il questo e non Quello appare sempre più svalutato dal supporto personale.
Oggi l’uomo sembra perdere identità proprio per la sua incapacità identificativa. Questo macabro vortice esclusivista appare sempre più un fatto da non sottovalutare. In continua attesa di inutili risultati, ampiamente collaudati, abbiamo reso infantile anche il nostro pensiero, nutrito perlopiù da consolazioni concettuali di misera entità. Siamo letteralmente schiavi di un pensiero impaurito, del bisogno immediato di una soluzione al problema: la nostra Mente non trova più pace!.
Ciò significa forse l’esasperazione di questo strumento/coscienza? Forse sì…! Ma ciò che preoccupa è il resto: il Corpo per intenderci!
Anch’esso va collaudato, stimato e confortato nella sua più profonda potenzialità. Nel quadro Sociale attuale, questo compito sembra quasi estinto; viviamo tristemente un corpo pressoché inerte, esente da stimoli coscienti, corroboranti. Valutato così, il concetto resta teorico, ma se osserviamo più da vicino possiamo capire che siamo pervasi da abitudini: in ogni nostro comportamento! Ci riteniamo agili e dinamici giusto nella collocazione temporale di una giovinezza, ma per il resto, che resta? Abitiamo un corpo che respira Menzogna quasi costantemente e, (non ascoltandolo) deleghiamo rimozioni su rimozioni ad una mente volgarmente allenata. Il risultato appare scontato: cristallizzazione ed incoscienza.
Come far fronte allora a questa mole d’inefficienza? Come uscire, se non dall’Inerzia, perlomeno da questa magnetica attrazione verso il basso? Oggi più che mai l’individuo più evoluto si chiede questa trasformazione; qui non si tratta più di passare da un fatalismo all’altro, di scegliere come spendere, amministrare al meglio l’apparente cumulo di macerie del nostro orto… Il limite di ciò che siamo divenuti, è ben visibile sotto i nostri occhi proprio nel potenziale che si prospetta ogni giorno. L’uomo come lo conosciamo sta morendo a se stesso per ritrovarsi più vasto, più completo, diverso anche e soprattutto da se stesso. Ma per far questo è necessario che abbandoni il proprio punto di vista epicentrico. La svalutazione della sua antropomorfa crescita è arrivata al culmine e con essa la possibilità di poter notare la propria salvezza (almeno in termini razionali).
Ciò che manca all’uomo di poca Fede è proprio quello stimolo che sconfina dai propri riconosciuti limiti personali, dalle proprie inesatte qualità evolutive. Manca tanto all’uomo odierno che non si conforma ad un’armonia superiore, ma soprattutto urge un dono incondizionato di se stesso.
Forse la Fede non è altro che la richiesta a uno sforzo, un richiamo ancora invisibile ai nostri occhi… il diritto ad una Giustizia meno emarginata.
Fabbri Marco
Forse, a onor del vero, l’uomo stesso, magnificato nella sua marginale, occasionale esistenza, separato com’è dal qualsiasi più grande – certamente invisibile -, muove e ritocca indiscriminatamente le proprie opinioni dialogiche, comunicative: sconcerta la propria indole sacrificale tra orgogli mal riposti…
Ma cos’è in realtà la Fede? Un giocoso concetto psicologico, elasticizzato perlopiù da una coscienza personale, tutt’altro che approfondita!?
E che ruolo assume in egual misura la cultura del dubbio, (vero e proprio tormento di questo spaccato storico) il legittimo contraltare del dogma, delle chiese, scuole ecc…?
C’è da chiedersi dove si sbaglia se da una parte e dall’altra non si crea che imbarazzo.!
Forse è il caso di ammettere la nostra ignoranza al riguardo, di riconoscere i nostri limiti personali, di salvaguardare - se può servire - la nostra cultura religiosa, ma ugualmente non possiamo commettere l’errore di peccare di presunzione.
Oggi più che mai la Fede sembra aver raggiunto un supporto–rapporto strategico con l’umanità; il suo ‘fascino’ appare pertanto più clamoroso proprio per l’evidente interazione che ben si presta al paradosso tra MENZOGNA e VERITA’.
Sembra che l’indole umana assuma altre priorità, altre volontà da recidere assieme all’interesse personale: l’imbarbarimento psichico muove altre concentrazioni (o non le muove affatto), il questo e non Quello appare sempre più svalutato dal supporto personale.
Oggi l’uomo sembra perdere identità proprio per la sua incapacità identificativa. Questo macabro vortice esclusivista appare sempre più un fatto da non sottovalutare. In continua attesa di inutili risultati, ampiamente collaudati, abbiamo reso infantile anche il nostro pensiero, nutrito perlopiù da consolazioni concettuali di misera entità. Siamo letteralmente schiavi di un pensiero impaurito, del bisogno immediato di una soluzione al problema: la nostra Mente non trova più pace!.
Ciò significa forse l’esasperazione di questo strumento/coscienza? Forse sì…! Ma ciò che preoccupa è il resto: il Corpo per intenderci!
Anch’esso va collaudato, stimato e confortato nella sua più profonda potenzialità. Nel quadro Sociale attuale, questo compito sembra quasi estinto; viviamo tristemente un corpo pressoché inerte, esente da stimoli coscienti, corroboranti. Valutato così, il concetto resta teorico, ma se osserviamo più da vicino possiamo capire che siamo pervasi da abitudini: in ogni nostro comportamento! Ci riteniamo agili e dinamici giusto nella collocazione temporale di una giovinezza, ma per il resto, che resta? Abitiamo un corpo che respira Menzogna quasi costantemente e, (non ascoltandolo) deleghiamo rimozioni su rimozioni ad una mente volgarmente allenata. Il risultato appare scontato: cristallizzazione ed incoscienza.
Come far fronte allora a questa mole d’inefficienza? Come uscire, se non dall’Inerzia, perlomeno da questa magnetica attrazione verso il basso? Oggi più che mai l’individuo più evoluto si chiede questa trasformazione; qui non si tratta più di passare da un fatalismo all’altro, di scegliere come spendere, amministrare al meglio l’apparente cumulo di macerie del nostro orto… Il limite di ciò che siamo divenuti, è ben visibile sotto i nostri occhi proprio nel potenziale che si prospetta ogni giorno. L’uomo come lo conosciamo sta morendo a se stesso per ritrovarsi più vasto, più completo, diverso anche e soprattutto da se stesso. Ma per far questo è necessario che abbandoni il proprio punto di vista epicentrico. La svalutazione della sua antropomorfa crescita è arrivata al culmine e con essa la possibilità di poter notare la propria salvezza (almeno in termini razionali).
Ciò che manca all’uomo di poca Fede è proprio quello stimolo che sconfina dai propri riconosciuti limiti personali, dalle proprie inesatte qualità evolutive. Manca tanto all’uomo odierno che non si conforma ad un’armonia superiore, ma soprattutto urge un dono incondizionato di se stesso.
Forse la Fede non è altro che la richiesta a uno sforzo, un richiamo ancora invisibile ai nostri occhi… il diritto ad una Giustizia meno emarginata.
Fabbri Marco
L’umanità ha un terrore (probabilmente è stato necessario in un certo periodo, migliaia d’anni fa, non so), un terrore del Divino. Per l’animale umano, il Divino corrisponde alla propria scomparsa. E in realtà è la scomparsa dell’ego. Ma la scomparsa di questo ego qui (fisico)… Per tanto tempo il corpo ha creduto che con la scomparsa dell’ego sparisse anche l’essere, che sparisse anche la forma. Invece non è vero! Non è vero! Comunque adesso il corpo è pronto a vivere senza ego… Il difficile è che le leggi solite della vita non valgono più. Sicché da un lato restano tutte le vecchie abitudini, e dall’altro c’è da imparare la nuova cosa.
E’ come se le cellule del corpo… non le cellule: è come se l’organizzazione che crea la forma, che tiene unito l’insieme e gli da quella forma che noi chiamiamo
umana, dovesse imparare che può esistere senza sentirsi un’individualità separata. E’ strano: senza il senso dell’ego. Da migliaia di anni si era abituata a esistere separatamente solo perché c’era un ego – e invece senza ego il corpo continua a esistere… grazie a un’altra legge che non conosce ancora e… che per lui è incomprensibile. Non si tratta di una volontà, non è… Non so… è una cosa… un modo di essere. Anzi, miliardi di modi di essere.
(Il corpo) deve imparare un nuovo modo di essere.
Mère
Per descrivere il cielo, non bisogna trasportarvi i materiali della terra. Bisogna lasciare la terra.
J. Ducasse
La grandezza dell’uomo non sta in ciò che egli è, ma in ciò che egli rende possibile.
Sri Aurobindo