SOTTO IL SEGNO DEGLI DEI
Parte III
[...] E' così che milioni di idee-forza si dividono il mondo: comunismo e individualismo, non violenza e forza guerriera, epicureismo ed ascetismo... Ognuna è una sfaccettatura della Verità divina, ognuna un raggio di Dio. In nessuna c'è errore assoluto: ci sono soltanto divisioni della Verità. Certo, potremmo vedere la verità di tutte e farne una sintesi; ma qualunque sintesi non raggiungerà mai l'unità, perchè sarà pur sempre una sintesi mentale: un minestrone, non un'unità. Ognuna sarà il prisma che serve appunto a dimostrare come tutti i colori abbiano origine da un'unica luce; ma intanto, in PRATICA, i colori nel mondo restano divisi: tutte le forze emanate sul piano surmentale avranno le caratteristiche di questa divisione originaria.
E' opportuno sottolineare che non si tratta qui di risolvere un problema teorico o una questione filosofica: siamo di fronte ad un FATTO COSMICO. Si tratta di un fenomeno organico, come le spine sul dorso dell'istrice. Affinchè la divisione cessi bisogna far sparire il prisma. Il perchè della divisione è proprio questo: il mondo resterà sempre ineluttabilmente diviso finchè il principio mentale (dalla sua espressione più bassa alla più alta, dalla Mente comune al Surmentale) continuerà a dominare il mondo.
Si può comunque concepire che in un futuro più o meno prossimo s'incarni sulla terra una coscienza surmentale perfetta, o anche diverse coscienze surmentali. Tutta la parte umana meno evoluta si potrebbe raccogliere attorno a questi centri luminosi e vivere armoniosamente; in questo mondo la vita potrebbe cambiare e ci sarebbe una specie di unità. Ma si tratterebbe di un'unità nell'ambito di un solo raggio luminoso: alcuni resterebbero ad esempio nel raggio della Bellezza pura, altri in quello, poniamo, di un Comunismo integrale fondato sull'amore fraterno (ma, visto l'andamento dell'evoluzione, è purtroppo abbastanza probabile che siano raggi di una luce ben dura, centrati attorno a un'ideologia economica o titanica). Ma pur ammettendo che nel mondo si accendano focolai divini, la loro unità non soltanto andrebbe a scapito della variegatissima diversità della vita, ma si troverebbe minacciata dall'oscurità circostante. Tendiamo infatti sempre a dimenticare la disparità di livello evolutivo che esiste tra gli uomini, sempiterna falla nelle mura delle nostre utopie: questi centri di grazia sarebbero ISOLE DI LUCE nel corpo di un'umanità meno evoluta, che tenderebbe di continuo a impadronirsene, oscurando o livellando quella luce privilegiata. Sappiamo tutti qual'è stato il destino della Grecia e di Roma accerchiate dal mondo barbaro. Si direbbe che, per una legge evolutiva molto saggia, l'evoluzione del mondo sia legata alla totalità del mondo e che niente si possa salvare a meno che tutto non si salvi. Le scomuniche e gli inferni sono invenzioni di un'ignoranza puerile, così come i paesi della cuccagna, sia di quaggiù che di lassù: non può esistere un paradiso finchè un solo essere umano sta all'inferno! Esiste soltanto UN Uomo. E poi, volendo anche supporre che una di queste isole di luce possa resistere alle incursioni esterne grazie al Potere che ne è all'origine, niente ci assicura che la protezione duri più a lungo del Potere che l'ha originata. La storia di tutti i movimenti religiosi, iniziatici, occulti e cavallereschi nel mondo, ci mostra con sufficiente evidenza che dopo la morte del Maestro e dei suoi diretti iniziati tutto si deforma, si volgarizza, si livella, si disperde o muore. la legge della 'gravitazione verso il fondo' sembra finora insormontabile. Bisogna quindi che sia trasformata tutta la vita - e non solo un fascio di luce privilegiata o un'isola felice -, se vogliamo che l'evoluzione trionfi. Per questo occorre però un altro Potere, che sia in grado di resistere alla gravitazione: un altro principio di coscienza indiviso e globale, in grado di contenere l'incalcolabile diversità della vita senza tuttavia mutilarla. Se invece che da un punto di vista collettivo guardiamo l'evoluzione dal punto di vista dell'individuo, ci rendiamo conto che anche in questo caso il Surmentale non garantisce quella pienezza di vita a cui l'uomo aspira. Se il fine dell'evoluzione è quello di sfornare più Beethoven e Rimbaud - magari assieme a qualche super-Platone - , non possiamo impedirci di giudicarlo un ben povero risultato, dopo tanti milioni di anni di sforzi e dopo tanti miliardi d'indivisui sprecati strada facendo. [...]
Continua..
A cura di Fabbri Marco
Si può comunque concepire che in un futuro più o meno prossimo s'incarni sulla terra una coscienza surmentale perfetta, o anche diverse coscienze surmentali. Tutta la parte umana meno evoluta si potrebbe raccogliere attorno a questi centri luminosi e vivere armoniosamente; in questo mondo la vita potrebbe cambiare e ci sarebbe una specie di unità. Ma si tratterebbe di un'unità nell'ambito di un solo raggio luminoso: alcuni resterebbero ad esempio nel raggio della Bellezza pura, altri in quello, poniamo, di un Comunismo integrale fondato sull'amore fraterno (ma, visto l'andamento dell'evoluzione, è purtroppo abbastanza probabile che siano raggi di una luce ben dura, centrati attorno a un'ideologia economica o titanica). Ma pur ammettendo che nel mondo si accendano focolai divini, la loro unità non soltanto andrebbe a scapito della variegatissima diversità della vita, ma si troverebbe minacciata dall'oscurità circostante. Tendiamo infatti sempre a dimenticare la disparità di livello evolutivo che esiste tra gli uomini, sempiterna falla nelle mura delle nostre utopie: questi centri di grazia sarebbero ISOLE DI LUCE nel corpo di un'umanità meno evoluta, che tenderebbe di continuo a impadronirsene, oscurando o livellando quella luce privilegiata. Sappiamo tutti qual'è stato il destino della Grecia e di Roma accerchiate dal mondo barbaro. Si direbbe che, per una legge evolutiva molto saggia, l'evoluzione del mondo sia legata alla totalità del mondo e che niente si possa salvare a meno che tutto non si salvi. Le scomuniche e gli inferni sono invenzioni di un'ignoranza puerile, così come i paesi della cuccagna, sia di quaggiù che di lassù: non può esistere un paradiso finchè un solo essere umano sta all'inferno! Esiste soltanto UN Uomo. E poi, volendo anche supporre che una di queste isole di luce possa resistere alle incursioni esterne grazie al Potere che ne è all'origine, niente ci assicura che la protezione duri più a lungo del Potere che l'ha originata. La storia di tutti i movimenti religiosi, iniziatici, occulti e cavallereschi nel mondo, ci mostra con sufficiente evidenza che dopo la morte del Maestro e dei suoi diretti iniziati tutto si deforma, si volgarizza, si livella, si disperde o muore. la legge della 'gravitazione verso il fondo' sembra finora insormontabile. Bisogna quindi che sia trasformata tutta la vita - e non solo un fascio di luce privilegiata o un'isola felice -, se vogliamo che l'evoluzione trionfi. Per questo occorre però un altro Potere, che sia in grado di resistere alla gravitazione: un altro principio di coscienza indiviso e globale, in grado di contenere l'incalcolabile diversità della vita senza tuttavia mutilarla. Se invece che da un punto di vista collettivo guardiamo l'evoluzione dal punto di vista dell'individuo, ci rendiamo conto che anche in questo caso il Surmentale non garantisce quella pienezza di vita a cui l'uomo aspira. Se il fine dell'evoluzione è quello di sfornare più Beethoven e Rimbaud - magari assieme a qualche super-Platone - , non possiamo impedirci di giudicarlo un ben povero risultato, dopo tanti milioni di anni di sforzi e dopo tanti miliardi d'indivisui sprecati strada facendo. [...]
Continua..
A cura di Fabbri Marco