La morte della personalità
(Prima Parte)
L'aspetto mentale, vitale e fisico dell'uomo non sono di per sè negativi, ma sono incompleti o disarmonici nello stato attuale. Essi rappresentano le tappe di un evoluzione passata, non integrate nelle nuove esigenze del presente. Per esempio, le tendenze del vitale al dominio e al possesso sono legate all'esigenza animale di stabilire aggressivamente i confini territoriali per assicurarsi la sopravvivenza. Anche la paura inconscia del corpo lo fa reagire automaticamente tramite contrazioni di difesa di fronte a ogni minaccia esterna, vera o presunta che sia.
Questi istinti sono necessari, ma poichè inconsci non sono sfruttati nelle loro piene potenzialità in armonia con la volontà cosciente. La mente, per sua natura, è soggetta al meccanismo dell'analisi e della separazione. La sua funzione originale è, infatti, quella di classificare e coordinare le informazioni che provengono dai sensi esterni per gestire più convenientemente gli atti motori volontari. La volontà mentale pensa spesso di essere l'unica realtà autonoma e cosciente, ma ricordiamoci che essa non è per niente indipendente o oggettiva. Come abbiamo già detto, i nostri pensieri non sono quasi mai soltanto nostri, ma provengono da condizionamenti sociali o da altre persone che ci influenzano senza che neanche ce ne rendiamo conto. Inoltre la mente spesso obbedisce ai bisogni e desideri del vitale anzichè rispondere a una volontà più alta.
Sembrerebbe che quella che chiamiamo 'personalità' sia un insieme di parti piuttosto frammentate e contraddittorie perchè rispondenti a necessità diverse. Sono i meccanismi inconsci che ne derivano a costituire le resistenze alla pratica spirituale, che invece rappresenta un risveglio di coscienza che porta consapevolezza là dove c'è solo oscuro bisogno. Affinchè una sempre maggiore armonizzazione tra le parti possa avvenire, bisogna che la forza cosciente in esse presente si risvegli dal suo sonno e riacquisti il proprio potere. [...]
La parte mentale, quella vitale ed emotiva, possono essere mezzi attraverso cui l'essere psichico può farsi aprire la porta per emergere all'esterno, ascendere e richiamare la discesa divina. Ma avere un'idea mentale, un credo religioso, una fede emotiva è qualcosa di totalmente diverso dall'avere la luce spirituale. Solo identificandosi con questa forza si ha la percezione della verità divina.
Ciò che normalmente chiamiamo 'essere individuale' è una cosa confusa, come un insieme di personalità spesso in conflitto tra loro; mentre lo psichico progredisce ininterrottamente, gli altri movimenti sono frammentari e discontinui. Quando l'individuo 'normale' impara ad entrare in contatto con lo psichico e lo considera il suo essere reale nasce la vera individualità.
In pochissimi individui l'anima è attiva, mentre nella maggior parte è appena percettibile. Più che essere parte della sua realtà esterna e visibile, l'anima e lo spirito nell'uomo sembrano invece esistere sopra e dietro la sua natura.
L'ordinaria mente umana ha un'attività di superficie che vela il Sè reale. Ma c'è un'altra coscienza interiore dietro quella di superficie, in cui possiamo divenir consapevoli del Sè reale e di una verità della natura più ampia e più profonda, possiamo realizzare il Sè e liberare e trasformare la natura. [...]
Tratto da: Tutta la vita è Yoga (Silvia Sermidi - Red edizioni)
Sembrerebbe che quella che chiamiamo 'personalità' sia un insieme di parti piuttosto frammentate e contraddittorie perchè rispondenti a necessità diverse. Sono i meccanismi inconsci che ne derivano a costituire le resistenze alla pratica spirituale, che invece rappresenta un risveglio di coscienza che porta consapevolezza là dove c'è solo oscuro bisogno. Affinchè una sempre maggiore armonizzazione tra le parti possa avvenire, bisogna che la forza cosciente in esse presente si risvegli dal suo sonno e riacquisti il proprio potere. [...]
La parte mentale, quella vitale ed emotiva, possono essere mezzi attraverso cui l'essere psichico può farsi aprire la porta per emergere all'esterno, ascendere e richiamare la discesa divina. Ma avere un'idea mentale, un credo religioso, una fede emotiva è qualcosa di totalmente diverso dall'avere la luce spirituale. Solo identificandosi con questa forza si ha la percezione della verità divina.
Ciò che normalmente chiamiamo 'essere individuale' è una cosa confusa, come un insieme di personalità spesso in conflitto tra loro; mentre lo psichico progredisce ininterrottamente, gli altri movimenti sono frammentari e discontinui. Quando l'individuo 'normale' impara ad entrare in contatto con lo psichico e lo considera il suo essere reale nasce la vera individualità.
In pochissimi individui l'anima è attiva, mentre nella maggior parte è appena percettibile. Più che essere parte della sua realtà esterna e visibile, l'anima e lo spirito nell'uomo sembrano invece esistere sopra e dietro la sua natura.
L'ordinaria mente umana ha un'attività di superficie che vela il Sè reale. Ma c'è un'altra coscienza interiore dietro quella di superficie, in cui possiamo divenir consapevoli del Sè reale e di una verità della natura più ampia e più profonda, possiamo realizzare il Sè e liberare e trasformare la natura. [...]
Tratto da: Tutta la vita è Yoga (Silvia Sermidi - Red edizioni)
A cura di Fabbri Marco
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